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L'Alzheimer sembra arginato, ma non fermato, dicono gli esperti

 Alzheimer sembra arginato, ma non fermato, dicono gli esperti

L'aumento dei tassi di crescita demografica e l'invecchiamento sono stati a lungo visti come presagio di un'esplosione globale dell'Alzheimer, la malattia debilitante che priva le persone anziane della loro memoria e indipendenza.


Ma sta emergendo una tendenza inaspettata, e piena di speranza. Nei paesi ricchi, almeno, i dati recenti suggeriscono che il tasso di nuovi casi ha subito un rallentamento o addirittura si è invertito, un indizio allettante che i miglioramenti della qualità di vita possono proteggere contro la demenza.


"Questi risultati sono promettenti, e suggeriscono che l'identificazione e la riduzione dei fattori di rischio dell'Alzheimer e di altre forme di demenza può essere efficace", ha detto Keith Fargo, direttore scientifico dell'Alzheimer's Association americana. "Il numero complessivo continuerà a crescere per ora, anche se ad un ritmo più lento, poiché sempre più persone vivono sempre più a lungo".


"Abbiamo arginato il flusso, ma non l'abbiamo fermato", ha aggiunto David Reynolds di Alzheimer's Research UK. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, la demenza colpisce circa 47,5 milioni di persone in tutto il mondo, con 7,7 milioni di nuovi casi ogni anno. L'Alzheimer ne è la causa più comune, responsabile del 60-70 per cento dei casi di demenza.


La malattia, che ha reclamato la vita dell'attore Gene Wilder il mese scorso, in genere progredisce dalla dimenticanza e mancanza di consapevolezza, alla perdita grave di memoria e alla dipendenza quasi totale, poiché chi ne soffre diventa inconsapevole del tempo e del luogo. Verso la fine, coloro che ne sono afflitti possono dimenticare come mangiare.


L'Alzheimer è stato identificato più di 100 anni fa, ma non c'è ancora alcun trattamento efficace o cura, e gli scienziati non sono d'accordo sulle sue cause. Uno dei primi colpevoli è ritenuto la formazione di placche di proteine ​​nel cervello, pur se si può avere un Alzheimer anche senza di esse. Alcuni studi recenti hanno messo in relazione la condizione con l'inquinamento atmosferico, i funghi o la trasmissione anche accidentale nel corso di una procedura medica.

 

«Usalo o lo perdi»

I nuovi studi che puntano al rallentamento dell'Alzheimer nei paesi ricchi, soprattutto tra gli uomini, dicono che uno stile di vita sano, e molto esercizio cerebrale, possono rallentare o allontanare la demenza. Queste tendenze sono state osservate in Stati Uniti, Paesi Bassi, Svezia e Spagna. La Gran Bretagna ha avuto la più grande inversione dell'incidenza di Alzheimer, scesa del 20 per cento in altrettanti anni.


Uno studio apparso sulla rivista Nature Communications in aprile ha registrato 209.000 nuovi casi in Gran Bretagna nel 2015, molti di meno rispetto alla previsione di 251.000 fatta nel 1991 sulla base della crescita della popolazione e delle tendenze di invecchiamento. Ciò significa che la possibilità degli over-65 britannici di sviluppare la demenza è "più bassa di quanto non lo fosse per la generazione precedente", concludono gli autori.

 

Le ragioni non sono chiare.

Alcuni ricercatori puntano al miglioramento della salute cardiovascolare derivante da una crescente consapevolezza dei pericoli del fumo, dell'obesità e della mancanza di esercizio fisico. Possono avere un ruolo anche i farmaci migliori per la pressione nel sangue e per il colesterolo.


Diversi studi hanno messo in relazione stimolazione cerebrale e rischio inferiore di demenza, sia sotto forma di alto livello di istruzione, o di un lavoro cerebralmente impegnativo, o semplicemente di cruciverba e/o sudoku. "E' il vecchio adagio «usalo o lo perdi»", ha detto Reynolds.


Sono necessarie ulteriori ricerche per dimostrare che questi fattori agiscono come scudi dalla demenza. Nel frattempo, la politica sanitaria pubblica dovrebbe incoraggiare "ambienti migliori e società più sane", ha detto Carol Brayne dell'Institute of Public Health di Cambridge.


Non è il momento per l'autocompiacimento, hanno detto lei e altri esperti in vista della Giornata Mondiale dell'Alzheimer. Nei paesi in via di sviluppo, l'incidenza può essere sottovalutata ed è suscettibile di salire con il miglioramento delle cure mediche e quindi con più persone che arrivano a 80 anni.


"Ci sono altre cose che sono cambiate, che possono spingere (il trend) nella direzione sbagliata", ha detto Reynolds. "Il diabete e l'obesità sono aumentati rapidamente negli ultimi 20 anni. Così è possibile che, mentre siamo in molti modi più sani, per altre ragioni siamo diventati meno sani ... e ciò può quindi sia ridurre il calo [dell'incidenza] o addirittura spingere verso l'alto i tassi di demenza".

 

 

 


Fonte: Yahoo News (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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