Esperienze e opinioni
Coronavirus causa una tempesta nel cervello quando attraversa la barriera emato-encefalica
William A. Banks studia l'HIV da anni. Aveva lavorato molto sulla proteina gp120 nell'HIV-1, la proteina responsabile della nebbia cerebrale così comune nell'HIV. Questo perché la gp120 attraversa la barriera emato-encefalica ed è probabilmente tossica per i tessuti cerebrali.
Quindi, quando Banks ha iniziato a sentire della nebbia del cervello a lungo termine che insorge nelle persone che hanno avuto il Covid-19, in un comunicato stampa ha detto "era come un Déjà Vu" (una cosa già vista).
Banks ha iniziato a chiedersi se la proteina di picco (spike protein) del SARS-Cov-2, il virus che provoca il Covid-19, si comportasse in modo simile alla gp120. Lui e il suo team, che studiano la barriera emato-encefalica nell'Alzheimer, nell'obesità, nel diabete e nell'HIV, dovevano lavorare.
Il loro studio, pubblicato in Nature Neuroscience, ha scoperto che la proteina di picco del SARS-Cov-2, chiamata S1, può attraversare la barriera emato-encefalica nei topi. E, notizia pessima per il cervello, la proteina di picco provoca poi infiammazione nel cervello. Se questo è vero per gli umani, quella risposta infiammatoria può essere alla radice della nebbia del cervello del Covid-19.
Il Covid-19 è abbastanza spaventoso già di per sé. Può far ammalare incredibilmente le persone o ucciderle. I sopravvissuti al Covid-19 possono avere danni a lungo termine ai polmoni o al cuore. In effetti, l'infiammazione del cuore è un problema tale, che l'American Academy of Pediatrics ha rilasciato delle linee guida ai pediatri per quando i giovani atleti possono tornare all'agonismo dopo il Covid-19. In alcuni casi, può sembrare che i bambini stiano bene, ma la scansione trova una infiammazione allarmante nel cuore.
Ma la realtà che il Covid-19 lascia un segno a lungo termine sul cervello per alcuni sopravvissuti è particolarmente spaventosa. Un numero crescente di persone riporta difficoltà a pensare, offuscamento della cognizione e affaticamento, per mesi dopo aver sofferto di un'infezione da Coronavirus.
La proteina di picco del Covid-19
La proteina di picco (S1) è una proteina legante. Nelle immagini, si vede con cose rosse che spuntano fuori dal virus. Ma nel corpo, la proteina di picco si aggrappa alle cellule, e quindi il virus Covid-19 può entrare in loro. Ciò significa che il Coronavirus può entrare solo nelle cellule a cui le proteine di picco possono aggrapparsi. Il fatto che il virus possa attaccare con successo solo alcune cellule e non altre spiega i sintomi che vediamo.
La squadra di Banks ha studiato la proteina di picco nei topi. Non solo ha scoperto che attraversa la barriera emato-encefalica, ma anche che probabilmente innesca una risposta infiammatoria. L'infiammazione è un grande giocatore nell'infezione da Covid-19, considerando che la tempesta di citochine postulata è la ragione per cui alcune persone stanno così male.
Banks ritiene che quando la proteina S1 attraversa la barriera emato-encefalica, può produrre una tempesta simile nel cervello. Il cervello può rispondere alle proteine di picco rilasciando citochine e altre sostanze chimiche infiammatorie. Quello che succede dopo è la serie di effetti cognitivi collaterali e la nebbia del cervello.
Peggio ancora, questo potrebbe influire sulla capacità di respirare della persona malata:
"Sappiamo che quando hai l'infezione da Covid hai difficoltà a respirare, e questo perché c'è un'infezione nei polmoni, ma una spiegazione aggiuntiva è che il virus entra nei centri respiratori del cervello e provoca anche lì problemi".
Questa non è una buona notizia, e non ci dà alcuna informazione per una terapia. I consigli di Banks?
"Non devi scherzare con questo virus. Molti degli effetti che ha il virus Covid possono essere accentuati o perpetuati o persino causati dal virus che entra nel cervello e tali effetti potrebbero durare per molto tempo".
Fonte: Alison Escalante MD in Psychology Today (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: Elizabeth Rhea, Aric Logsdon, Kim Hansen, Lindsey Williams, May Reed, Kristen Baumann, Sarah Holden, Jacob Raber, William Banks & Michelle Erickson. The S1 protein of SARS-CoV-2 crosses the blood–brain barrier in mice. Nature Neuroscience, 16 Dec 2020, DOI
Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.
Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.
Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.
Annuncio pubblicitario
Privacy e sicurezza dati - Informativa ex Art. 13 D. Lgs. 196/03
Gentile visitatore,
l'Associazione tratterà i Tuoi dati personali nel rispetto del D. Lgs. 196/G3 (Codice della privacy), garantendo la riservatezza e la protezione dei dati.
Finalità e modalità del trattamento: I dati personali che volontariamente deciderai di comunicarci, saranno utilizzati esclusivamente per le attività del sito, per la gestione del rapporto associativo e per l'adempimento degli obblighi di legge. I trattamenti dei dati saranno svolti in forma cartacea e mediante computer, con adozione delle misure di sicurezza previste dalla legge. I dati non saranno comunicati a terzi né saranno diffusi.
Dati sensibili: Il trattamento di dati sensibili ex art. 1, lett. d del Codice sarà effettuato nei limiti di cui alle autorizzazioni del Garante n. 2/08 e n. 3/08, e loro successive modifiche.
Diritti dell'interessata/o: Nella qualità di interessato, Ti sono garantiti tutti i diritti specificati all'art. 7 del Codice, tra cui il diritto di chiedere e ottenere l'aggiornamento, la rettificazione o l'integrazione dei dati, la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione di legge, e il diritto di opporsi, in tutto o in parte, per motivi legittimi, al trattamento dei dati personali che Ti riguardano.
Titolare del trattamento è l'Associazione di volontariato "Associazione Alzheimer o.n.l.u.s.”, con sede a Riese Pio X – Via Schiavonesca, 13 – telefax 0423 750 324.
Responsabile del trattamento è la segretaria dell’Associazione in carica.
Gestione «cookies»
Un cookie è una breve stringa di testo che il sito web che si sta visitando salva automaticamente sul computer dell'utente. I cookies sono utilizzati dagli amministratori di molti siti web per migliorarne funzionamento ed efficienza e per raccogliere dati sui visitatori.
Il nostro sito non utilizza i cookies per identificare i visitatori, ma per raccogliere informazioni al fine di arricchirne i contenuti e rendere il sito più fruibile.
Come cambiare le impostazioni del browser per la gestione dei cookies
È possibile decidere se permettere ai siti web che vengono visitati di installare i cookies modificando le impostazioni del browser usato per la navigazione. Se hai già visitato il nostro sito, alcuni cookies potrebbero essere già stati impostati automaticamente sul tuo computer. Per sapere come eliminarli, clicca su uno dei link qui di seguito: