Esperienze e opinioni
Come gestire il deterioramento del linguaggio in una persona con Alzheimer?
Con lo sviluppo del morbo di Alzheimer (MA), una delle prime aree colpite nel cervello è l'ippocampo, che è responsabile della formazione della memoria.
Quando si formano, i ricordi sono legati alla comprensione semantica, che permette all'individuo di completare frasi e di collegare le parole agli oggetti. Quando il cervello si deteriora con la malattia, l'elaborazione del linguaggio e della parola iniziano a deteriorarsi.
La persona cara può avere difficoltà a formare frasi semplici o a capire le conversazioni, ed è molto comune l'uso di parole o frasi errate. Può avere difficoltà a dare nominare gli oggetti e conta di più sui gesti. Si evidenzia un modo di parlare strascicato o balbettante, e le frasi ripetitive diventano impegnative e frustranti per il caregiver.
Il caregiver dovrebbe usare toni dolci quando comunica con la persona cara, come pure frasi e comandi brevi e semplici, come “Siediti in questa sedia” o “Usa il deambulatore”.
Le voci sgradevoli distraggono dal messaggio, e perciò i caregiver devono essere consapevoli che il loro tono non deve essere lamentoso, stridulo o pungente. Una voce acuta può alterare il significato di una frase, trasformandola in una domanda, confondendo e disorientando l'individuo interessato. Il caregiver deve cercare il più possibile di incontrare il suo caro nella sua realtà e restare nella conversazione del momento, anche se potrebbe non essere coerente.
Spesso, i caregiver cercano di 'indovinare' il proseguo o la fine della frase del soggetto interessato o di riempire gli spazi vuoti di quello che sta cercando di dire. Questa pratica interrompe il processo di pensiero dell'individuo e le transizioni tra gli argomenti, inducendolo a perdere il filo del discorso.
A volte è utile per il caregiver anche solo tacere. In 'The Talk Book', gli autori Gerald Goodman e Glenn Easterly scrivono: “Lasciate che il silenzio sia. Il silenzio può far parlare liberamente i conversatori incerti, può dare all'altra persona il permesso di parlare, e può portare i conversatori riluttanti a parlare di più“.
Inoltre, nell'attendere, il caregiver aiuta l'individuo ad organizzare i suoi pensieri, ed è un segno di sostegno, l'indicazione che il caregiver è attento e comprensivo.
L'individuo colpito risponde meglio anche alla riformulazione della frase. Invece di ripetere continuamente la stessa istruzione o commento, più e più volte, il caregiver deve solo riformulare quello che sta cercando di dire.
In più, hanno più probabilità di essere ricevuti i messaggi succinti. Prova a dire, “L'ora del bagno!” invece di “È tempo di fare il tuo bagno. Andiamo al bagno”. Quest'ultimo contiene troppe parole e lascerà l'individuo interessato confuso sulla risposta o sull'azione.
Imparare la lingua della demenza significa usare tutto come mezzo per comunicare. Tutto ciò che sprigiona il dialogo (foto, opere d'arte, giornali), aiuterà l'individuo colpito a restare collegato con gli altri e a mantenere una vita di qualità.
Fonte: Data Territo in The Advocate (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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