Maria Shriver è in missione per salvare la tua mente. La Shriver è giornalista americana premio Peabody, autrice prolifica, creatrice dei Minerva Awards, filantropo, e madre di quattro figli. Come ex First Lady della California (ex moglie di Arnold Schwarzenegger), ha costruito il principale forum per le donne della nazione, The Women’s Conference.
È l'attuale presidente dell'Alzheimer’s initiative del Governatore della California, nonché produttrice esecutiva del pluripremiato "The Alzheimer's Project“ della HBO, e fondatrice del Women’s Alzheimer’s Movement.
La Shriver è cresciuta in una famiglia in cui il servizio aveva un valore profondo. John F. Kennedy, il 35° Presidente degli Stati Uniti, era suo zio, come pure gli ex candidati alla presidenza e senatori degli Stati Uniti Robert F. Kennedy e Ted Kennedy.
Sua madre, Eunice Kennedy Shriver, ha fondato gli Special Olympics. Suo padre, Sargent Shriver, aveva ricevuto un Purple Heart, è stato ambasciatore degli Stati Uniti in Francia, fondatore del Peace Corps, e candidato alla presidenza. Gli è stato diagnosticato il morbo di Alzheimer (MA) nel 2003.
Il 21 maggio, 2020, la Shriver ha condiviso un rapporto distruggi-miti creato dal Women’s Alzheimer’s Movement e dall'AARP con ricerche che hanno esaminato un certo numero di fattori, non solo l'età, che possono spiegare perché le donne hanno un rischio più alto.
Secondo la ricerca, le donne rappresentano i due terzi dei 5,8 milioni di americani che vivono con il morbo di Alzheimer (MA) e costituiscono oltre il 60% dei caregiver di demenza. Inoltre, le donne hanno una possibilità su 5 di sviluppare il MA, dopo i 45 anni, mentre è una su 10 per gli uomini.
Questo è un estratto dell'intervista.
Cami Rosso: Ho letto il tuo rapporto e l'ho trovato illuminante.
Maria Shriver: Abbiamo appena vinto un premio Gracie, la settimana scorsa, per il mio rapporto sulla salute delle donne, perché le persone non sono consapevoli di questa carenza di ricerca quando si parla delle donne. Non è possibile rispondere perché le donne sono sproporzionatamente toccate dal MA senza guardare la loro salute in generale.
CR: In un certo senso, questo è un ottimo momento per favorire questa consapevolezza. Con l'invecchiamento della popolazione, influenzerà sempre più persone.
MS: Penso che molte persone, per la mia esperienza, sono realmente interessate alla salute del cervello. Credo che la gente voglia quella singola pillola decisiva. Non ce l'abbiamo. Ma ciò che sappiamo è che ci sono fattori di stile di vita che si possono usare in questo momento. Quindi, anche se si ritarda il deterioramento cognitivo solo di cinque anni, sarebbe veramente un bene per la tua famiglia, e per te. Ciò consente alla tua famiglia di risparmiare un sacco di soldi, mal di cuore, sudore e lacrime. Mi piacerebbe vedere un presidente che fa di questo la sua missione, proprio come mio zio ha fatto di arrivare sulla luna la sua priorità. Il cervello è la prossima grande frontiera.
CR: Splendidamente dichiarato e stimolante. Mi ricorda che alcuni anni fa, l'ex primo ministro della GB David Cameron ha lanciato un'iniziativa. Cosa ne pensi?
MS: Penso che sia grande. Ero lì l'anno scorso in occasione del vertice mondiale. Ero l'unica donna lì a parlare, e anche lui ha parlato. Penso che faccia una differenza enorme.
CR: Qual è l'impatto, se c'è, della pandemia COVID-19?
MS: Penso che ci dica quanto è importante investire nella scienza. Se pensi che siamo impreparati per il COVID, siamo deplorevolmente impreparati per l'Alzheimer. Se guardi a tutti i morti nelle case di cura, quello ha avuto ben poca attenzione in questa pandemia COVID. La gente muore nelle case di cura. Noi non siamo pronti per il MA che abbiamo in questo momento, e siamo ancora meno pronti per il MA che avremo tra cinque anni.
CR: Cosa fai tu per mantenere la salute del cervello?
MS: Cerco di essere cosciente del mio ambiente, del sonno, della meditazione, e che cosa posso fare per tenermi curiosa, intellettualmente concentrata e in movimento. Cerco di gestire al meglio lo stress. Se avessi saputo a 45 anni o anche dopo i 50 quello che so oggi, credo che sarei andata in menopausa in modo diverso. Penso che avrei dato la priorità alla salute del cervello 15 anni fa, quando sarebbe stato davvero utile.
CR: Se dovessi confrontare la de-stigmatizzazione di altri disturbi neurologici, come il disturbo dello spettro autistico, dove vedi il MA?
MS: Beh, penso che sia una buona domanda. Penso che la sfida con il MA è duplice. Una persona con il MA è un vecchio nella mente della gente. E la gente ha un vero problema con ciò in questo paese. L'ageismo è vivo come il sessismo è vivo. Penso che abbia un doppio stigma, ed è una cosa culturale più ampia che implica la perdita di indipendenza, e la perdita di dignità.
CR: In che modo possiamo de-stigmatizzare la demenza come individui?
MS: La cosa più grande è non indietreggiare quando qualcuno ti dice che ha il MA. Non pensare subito che non può più fare nulla, o che non ricorda nulla. Lascia che veda che non sarà evitato, o vittimizzato. Lascia che la sua famiglia veda che sarà difeso, accettato, incluso e supportato. Credo che tutte queste cose sono necessarie, che si abbia il MA o no.
CR: In molti modi, stai guidando un cambiamento culturale.
MS: Sto cercando di guidare una grande missione per dare forza alle donne e sono in quello spazio da anni. E quello che ho scoperto è che molto di ciò di cui si parla è la rete nel tuo lavoro, essere sempre avanti, o chiedere un aumento. Ma se non sarai in buona salute al lavoro, o se ti devi prendere cura di un genitore con il MA, la rete nel lavoro sarà molto giù sulla tua agenda. Sì, sei come in un sandwich, ma sei anche a corto nelle finanze, spremuto emotivamente, e non sai più cosa fare. Dobbiamo alzare il sipario sulla realtà della nostra vita. Condividi la tua storia, è così che le cose cambiano.
Fonte: Cami Rosso in Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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