Viviamo più a lungo rispetto al passato. In molti modi, questo riflette il progresso, ma ci sono situazioni in cui vivere più a lungo non significa necessariamente vivere meglio.
Il morbo di Alzheimer (MA) è solo una di quelle situazioni.
Secondo il National Institute on Aging, il MA è una malattia irreversibile e progressiva del cervello che distrugge lentamente la memoria e le abilità di pensiero, e alla fine anche la capacità di svolgere i compiti più semplici. Per la maggior parte delle persone con MA, i sintomi compaiono inizialmente dopo i 60 anni.
Le persone con MA possono vivere per molti anni con questa malattia e ci sono vari livelli di progressione. I sintomi possono essere lievi (qualche perdita di memoria, perdersi, e difficoltà a gestire il denaro), moderati (perdita di memoria continua, confusione e problemi a riconoscere i familiari) e gravi (incapacità di comunicare, essere completamente dipendenti dagli altri).
Gli sposi sani di chi ha il MA hanno un dilemma particolare. Sono tecnicamente sposati, ma la persona che hanno sposato non c'è più e, in alcuni casi, il coniuge non sa nemmeno chi è. Prendersi cura di un coniuge con demenza può essere proprio come prendersi cura di un bambino, perché la persona non può essere lasciata da sola o incustodita e non può essere fatta ragionare. Può essere faticoso.
Sempre più, questi coniugi sani sono del tutto alleviati nel mettere il loro coniuge malato in una struttura di assistenza, per dare al loro coniuge un livello migliore di assistenza, nonché per avere una tregua dal caregiving.
Anche se questi servizi aiutano a prendersi cura di una serie di questioni, il coniuge sano viene poi lasciato a casa da solo e, in alcuni casi, profondamente isolato. Per alcuni, non c'è dubbio che sono sposati "nel bene e nel male, in salute e in malattia, finché morte non li separi", ed è ovvio che non cercheranno un nuovo rapporto.
Per altri, c'è la convinzione di essere ancora giovani e in buona salute e, dal momento che il coniuge non li riconosce in ogni caso, dovrebbero essere in grado di avere altre relazioni. Sentono di non far del male al coniuge, dal momento che non sa la differenza, e continuano ad andarlo a trovare; quindi cosa c'è di male?
L'AARP (associazione dei pensionati americani) ha recentemente mandato in onda uno spettacolo dal titolo 'Il lungo addio', con un uomo di nome Barry Peterson la cui moglie, Jan, aveva il MA. È stato quando la suocera di Barry (la madre di Jan) ha incoraggiato Barry ad andare avanti con la sua vita che, pur scioccato inizialmente, è stato anche un sollievo e lo ha fatto pensare di aprire la porta a un nuovo partner.
Ha cominciato a uscire e subito ha incontrato una donna di nome Mary Neil Wolff, che era rimasta vedova e che ha capito il dilemma di Barry. Lei ha accettato le circostanze ed ha abbracciato la situazione.
Barry e Mary si definiscono una 'famiglia di tre persone', e anche se Jan non capisce la nuova configurazione familiare (e nemmeno sarebbe consenziente) lei è felice che le loro visite continuano nella struttura di cura.
Andare o meno avanti in un nuovo rapporto è una decisione profondamente personale e credo che, più a lungo si vive (si prevede che quelli della Generazione X, i nati dal 1965 al 1979, vivranno in media 100 anni), tanto più dovremo fare i conti con questi tipi di dilemmi.
Fonte: Susan Pease Gadoua LCSW (scrittrice) in Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.
Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.
Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.