Associazione Alzheimer ONLUS

Esperienze e opinioni

Attenzione ai cambi di personalità e ai comportamenti non più familiari

personality Change

Una delle cose più sorprendenti che sono successe durante la mia breve discesa nell'alienazione mentale è stato il cambio di personalità.


I cambiamenti non erano estremi. Non è che sono diventata una persona completamente diversa. E, poiché il mio comportamento si è trasformato in un periodo di giorni e settimane, i cambiamenti sono stati difficili da riconoscere per la mia famiglia, almeno all'inizio.


Madre, moglie e nonna prima amorevole, sono diventata irritabile e arrabbiata con marito, figli e nipoti. Li aggredivo verbalmente per cose minime e li criticavo senza sosta. Prima volitiva, sono diventata impossibile da affrontare e da convincere per tutto ciò che non volevo sentire. In genere ero quella della famiglia che prendeva molte delle decisioni, ma ora avevo iniziato a dare ordini fastidiosi e irritanti a tutti intorno.


Ho anche sviluppato una ossessione per cose minime, un treno in ritardo, cosa stavo mangiando per colazione o a pranzo, ma ignoravo i problemi più grandi che incombevano intorno a noi, compresa la mia malattia.


Inizialmente la mia famiglia pensava che mi stessi comportando in modo strano perché ero in ansia per sopravvivere al cancro. Ma mi trasformavo sempre più in un mostro che non riconoscevano. Sono diventata emotivamente distaccata, poco amorevole, e iper-critica, che era eccezionalmente doloroso per loro. Non solo credevano che stessi morendo, ma avevano il ​​cuore spezzato pensando che questa versione di freddezza sarebbe stata il loro ultimo ricordo di me.


Molte famiglie di persone con malattie mentali passano attraverso la stessa esperienza terribile. Si sentono come se avessero perso la persona che amano, anche se quella persona rimane viva.


È spesso difficile per le famiglie e i colleghi di lavoro riconoscere i cambiamenti di personalità causati da malattie mentali, soprattutto quando sono eccessi di tratti normali della personalità. Se una persona è sempre stata franca e schietta, una crescente mancanza di giudizio sociale può essere interpretata come sua schiettezza tipica, piuttosto che un segno di danno cerebrale o di malattia.


Quando un introverso diventa più ritirato, la famiglia e gli amici possono non rendersi conto che sta esibendo sintomi dell'Alzheimer.


Cambiamenti di personalità sono molto comuni nella malattia mentale, in particolare quando sono coinvolti i lobi frontali. Le persone con danni al lobo frontale, che sia a causa di trauma cranico (come il famoso caso di Phineas Gage), o di tumori cerebrali (come con me) o di una malattia neurodegenerativa (come l'Alzheimer), spesso subiscono cambiamenti significativi di personalità. In alcuni casi, i cambiamenti sono veramente bizzarri.


Come suggerisce il nome, la demenza fronto-temporale (FTD) coinvolge i lobi frontali e temporali. La FTD si traduce spesso in cambiamenti estremi della personalità e comportamenti inappropriati che possono essere dolorosi e imbarazzanti per le famiglie. Alcuni pazienti diventano sessualmente inappropriati, alcuni spendono enormi somme di denaro senza preoccupazione, alcuni non possono smettere di mangiare.


È come se la loro identità stia correndo qua e là senza un super ego che regola i loro impulsi e desideri. La FTD, una malattia progressiva, tende a colpire le persone in età più precoce rispetto all'Alzheimer. Il 60% dei casi riguarda persone dai 45 ai 64 anni, o di mezza età, quindi in un primo momento può sembrare che la persona stia attraversando una crisi di mezza età, finché la progressione inevitabile della malattia rende chiaro che c'è qualcosa di più serio in atto.

 

 

 


Fonte: Barbara K. Lipska PhD in Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Informazione pubblicitaria

Notizie da non perdere

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno d...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il ris...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli ...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il…

22.07.2022

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne. <...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di …

20.05.2022

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'A…

24.03.2022

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'A...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscon…

31.01.2022

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università de...
We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.