Esperienze e opinioni
Demenza digitale: videogiochi affinano l'attenzione, ma sono anche legati alla demenza?
'Demenza' è un termine tristemente fin troppo familiare in questi giorni, con i casi di Alzheimer che salgono vertiginosamente e di altre condizioni caratterizzate da confusione, disorientamento, e memoria deteriorata, letteralmente una 'perdita della mente'. Tuttavia, l'idea che uno stato analogo possa essere legato a uno stile di vita passato davanti allo schermo è sia controverso che potenzialmente preoccupante.
'Demenza digitale' è un termine coniato dal neuroscienziato Manfred Spitzer per descrivere un uso eccessivo della tecnologia digitale con il conseguente deterioramento delle abilità cognitive (ref. 1). Spitzer propone che i percorsi della memoria a breve termine cominceranno a deteriorarsi a causa del sottoutilizzo, se facciamo un uso eccessivo della tecnologia.
Anche se in questo blog abbiamo recentemente esplorato l'affidamento esterno della memoria agli smartphone, questi due concetti sono diversi: il disordine mentale dentro al cervello implicato dal termine ‘demenza’ è molto più basico e completo. Un processo di memoria sotto-praticato è ben lungi dall'essere paragonabile alla devastazione cognitiva più ampia che è la demenza.
Forse una linea potenzialmente più informativa di indagine sarebbe l'esplorazione dei modi più ampi in cui lo stile di vita dello schermo potrebbe indurre stati analoghi alla demenza. Dei ricercatori si sono proposti di recente di studiare come i videogiocatori d'azione e i giocatori non-video riuscivano a muoversi in un labirinto virtuale, usando una delle 2 strategie possibili.
- La strategia spaziale coinvolge il ricordo della posizione dei vari punti di riferimento all'interno dell'ambiente, la costruzione di una mappa mentale di questi luoghi e la loro posizione rispetto agli altri (ref. 3). Stabilire relazioni tra i punti di riferimento consente la flessibilità durante la navigazione del mondo, poiché sei in grado di orientarti all'interno della tua mappa mentale. Questa particolare strategia si basa su una zona familiare del cervello da tempo associata con la memoria spaziale: l'ippocampo.
- La strategia di risposta, per contro, comporta l'apprendimento della serie di movimenti che seguono da una posizione fissa, come un certo modello di curve a destra e sinistra dopo aver visto un particolare punto di riferimento. Considerando che la strategia spaziale consente di determinare un percorso diretto verso qualsiasi posizione, la strategia di risposta in questo senso è rigida, in quanto si basa su una serie di movimenti innescati appositamente da alcuni punti, e chiama in servizio una diversa area del cervello, lo striato (ref. 3).
I ricercatori hanno scoperto che i video giocatori avevano più probabilità di navigare nel labirinto virtuale con la strategia di risposta.
Forse il coinvolgimento esagerato dello striato non dovrebbe essere una sorpresa. Sappiamo che i videogiochi d'azione sono collegati con un maggiore volume del cervello nello striato (ref. 4), ma questo può essere a scapito di una riduzione di volume dell'ippocampo (ref. 2). Anche se questa proposta richiede ulteriori indagini, le ricerche precedenti avevano mostrato che la riduzione della materia grigia nell'ippocampo è associata ad un aumento del rischio di schizofrenia, disturbo da stress post-traumatico, depressione e demenza, tra gli altri disturbi.
Forse la domanda cruciale allora è se sono più importanti 'le strategie di risposta' rigidi ma efficienti o la capacità più flessibile di fare le connessioni, per avere una cassetta ottimale di attrezzi cognitivi, e in effetti se una dicotomia così semplice può in effetti incapsulare i deterioramenti compresi dal singolo termine 'demenza'.
Fonte: Susan Greenfield PhD in Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Referenze:
- Spitzer M. (2012). Digitale demenz. München: Droemer, 7
- West GL, Drisdelle BL, Konishi K, Jackson J, Jolicoeur P, Bohbot VD. (2015). Habitual action video game playing is associated with caudate nucleus-dependent navigational strategies. Proceedings of the Royal Society B, 7 June 2015, DOI.
- Konishi K, & Bohbot VD. (2013). Spatial navigational strategies correlate with gray matter in the hippocampus of healthy older adults tested in a virtual maze. Frontiers in Aging Neuroscience, 20 Feb 2013, DOI
- Kühn S, Romanowski A, Schilling C, Lorenz R, Mörsen C, Seiferth N, ... & Gallinat J. (2011). The neural basis of video gaming. Translational Psychiatry, 15 Nov 2011, DOI
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