A livello globale, il morbo di Alzheimer (MA) e le altre forme di demenza sono un importante onere per gli individui e le comunità. A peggiorare le cose, ci sono pochi trattamenti per combattere queste malattie complesse. Anche le cause stesse della demenza sono ampiamente dibattute.
Purtroppo, gli studi clinici dei farmaci per fermare o per lo meno rallentare i suoi progressi sono risultati insufficienti. Prendendo una strada diversa, alcuni esperti sperano di intervenire prima che le persone abbiano la diagnosi di demenza, incoraggiando i cambiamenti dello stile di vita.
Che cosa è la demenza e cosa la rende così complessa?
'Demenza' è un termine che descrive gruppi di malattie specifiche caratterizzate da sintomi come la perdita di memoria. Il tipo più comune di demenza è il MA. Le persone con MA hanno placche nel cervello costitute da proteine aggrovigliate, e molti ricercatori hanno ipotizzato che queste placche sono la causa della malattia.
Un altro tipo comune di demenza è quella vascolare, che si ritiene indotta da danni ai vasi sanguigni del cervello, ad esempio quelli provocati da un ictus.
Gli esperti ritengono che sia fattori genetici (varianti di geni tramandati da mamma e papà), che fattori di stile di vita modificabili (dieta, fumo, attività fisica), abbiano un ruolo nello sviluppo della demenza, forse in concerto.
Quali fattori possono influenzare il rischio di demenza?
I geni (che non sono considerati modificabili) e i fattori di stile di vita, come l'attività fisica e la dieta (che sono considerati modificabili) hanno un ruolo potenziale in diverse forme di demenza.
Uno studio recente pubblicato su JAMA ha cercato di stimare quanto la genetica e i fattori di stile di vita influenzano il rischio di demenza, interrogando gli individui che si sono impegnati a far parte di una 'biobanca' del Regno Unito.
Le biobanche legano grandi raccolte di informazioni biologiche, come la genetica, con lo stato di salute e di malattia preso dalle cartelle cliniche. Usando i dati in grandi biobanche, gli scienziati possono osservare come l'ambiente (che include le scelte di stile di vita) e la genetica lavorano insieme per aumentare (o diminuire) il rischio di malattia.
Nello studio su JAMA, i ricercatori hanno sfruttato registri ospedalieri e registri di morte per raccogliere le diagnosi di 200.000 individui britannici bianchi dai 60 anni di età in su.
Ma come si possono misurare i rischi 'stile di vita' e genetico?
I ricercatori hanno stilato un elenco di fattori di stile di vita comuni, come fumo, consumo di alcol, attività fisica, e dieta, e hanno creato un punteggio. Un punteggio basso denota uno stile di vita 'cattivo', mentre uno elevato denota uno stile di vita 'buono'.
Tuttavia, questo approccio per misurare il rischio 'stile di vita' ha diverse insidie:
- Primo, lo stile di vita è composto da un gran numero di fattori, oltre a fumo e attività fisica. Quindi, qualsiasi elenco può essere arbitrario. Infatti, il nostro gruppo di ricerca ha sostenuto che scegliere un elenco di candidati non cattura i nostri stili di vita complessi e può portare a falsi risultati. Ad esempio, qual è esattamente la dieta 'sana'?
- Secondo, un punteggio rende poco chiari i singoli ruoli dei fattori.
- Terzo, se le connessioni tra fattori (per esempio, peso o storia di altre malattie) influenza sia il punteggio che la demenza, il punteggio potrebbe essere una sostituto debole di altre variabili che non sono state considerate. In altre parole, se il peso è associato con dieta e demenza, allora è difficile districare l'associazione della dieta.
Per creare il punteggio di rischio genetico, i ricercatori hanno usato tutte le varianti genetiche precedentemente identificate da uno studio di associazione dell'intero genoma (GWAS) per il MA. Queste varianti genetiche hanno una associazione più forte con i pazienti che hanno il MA rispetto ai controlli sani. Con queste informazioni, i ricercatori hanno costruito un punteggio di rischio poligenico.
Sia stile di vita che genetica hanno un piccolo ruolo nella demenza
Il punteggio di stile di vita è stato associato con il rischio di demenza. Poi anche il punteggio genetico è stato associato alla demenza. In altre parole, gli individui con punteggi peggiori avevano un rischio più alto di demenza.
I ricercatori hanno successivamente scoperto che il rischio genetico e di stile di vita sembravano agire in modo indipendente l'uno dall'altro. Ad esempio, gli individui sia con uno stile di vita malsano che con un punteggio alto di rischio genetico avevano un rischio quasi due volte e mezzo più alto degli individui con un punteggio basso di genetica e uno stile di vita sano.
Tuttavia, questa ricerca non è stata progettata per dimostrare se lo stile di vita e l'ambiente o i geni causano la demenza. Potrebbe spiegare molto meglio le differenze tra le persone che sviluppano la demenza. Se le popolazioni ad alto rischio genetico cambiassero il loro stile di vita, e se lo stile di vita fosse confermato come causa di MA (un grande se), un caso su 121 di demenza sarebbe impedito in 10 anni. Questo è significativo, ma quante modifiche allo stile di vita ci vorrebbero per prevenire il MA in 10, 50, o addirittura 120 persone? La genetica conta?
In secondo luogo, geni e stile di vita non sono sembrati lavorare insieme - o non erano sinergici - nel rischio di demenza. In particolare, questo significa che gli individui con cattivi punteggi sia genetici che di stile di vita erano a rischio di sviluppare la demenza non più della somma delle parti o dei singoli punteggi da soli.
Nuove frontiere per la prevenzione e il trattamento del MA
Nuovi orizzonti per la prevenzione e il trattamento possono comprendere in che modo il rischio potrebbe essere diverso per gli individui di varie ascendenze genetiche ed etnie (la maggior parte degli studi genetici si sono concentrati in prevalenza su individui bianchi) sia qui negli Stati Uniti che all'estero.
Il rischio può essere diverso anche tra maschi e femmine. Infine, le biobanche possono descrivere unicamente un'associazione, non la causalità, tra i cambiamenti nello stile di vita e il rischio di demenza. Per determinare il nesso di causalità, sono necessari studi randomizzati, ed è ora in corso negli USA un nuovo studio clinico randomizzato chiamato POINTER.
Cercare di vivere una vita sana, nonostante la sua definizione sfuggente, sembra essere un modo ovvio per prevenire la demenza. Ciò che resta da vedere è come gli studi che usano biobanche possono dare informazioni sui milioni di persone che già oggi sono colpiti dalla malattia.
Fonte: Chirag Patel PhD in Harvard Medical School (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Referenze:
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- Chirag M. Lakhani, Braden T. Tierney, Arjun K. Manrai, Jian Yang, Peter M. Visscher & Chirag J. Patel. Repurposing large health insurance claims data to estimate genetic and environmental contributions in 560 phenotypes. Nature Genetics, 14 Jan 2019, DOI
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