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Cosa dobbiamo aspettarci per una terapia della demenza

Bradley BoeveAbbiamo approfittato dell'incontro annuale di quest'anno dell'American Academy of Neurology (AAN), per intervistare Bradley F. Boeve MD, professore di neurologia della Mayo Clinic di Rochester nel Minnesota.


Boeve ha osservato che, sebbene l'incontro di quest'anno non abbia prodotto progressi rilevanti nella terapia della demenza, c'è comunque molto da aspettarsi nei prossimi anni.

 

 

Penso che siamo tutti un po' frustrati in clinica con quello che possiamo offrire ai nostri pazienti con morbo di Alzheimer (MA) e altre forme di demenza. Hai visto qualcosa qui alla riunione dell'AAN che è stato incoraggiante?

Sembra che questo momento sia una fase di transizione, dati i recenti risultati deludenti delle terapie anti-amiloide, principalmente le immunoterapie amiloide come l'aducanumab.

Una domanda che questo solleva è: queste terapie sono destinate a fallire, non importa quando vengono somministrate nel corso della patogenesi del MA, o le stiamo dando troppo tardi? C'è ancora fiducia che, se date prima nel corso della malattia, nella fase pre-sintomatica, possono essere efficaci. Ci sono esperimenti che lo stanno perseguendo, anche se questo è un argomento piuttosto controverso.

 

 

E' corretto che ora crediamo che una persona con diagnosi clinica di MA abbia probabilmente questo disturbo da almeno 10 o 20 anni?

Sì. Una grande domanda nel campo è ancora come l'amiloide induce o è in qualche modo correlata alla tau. Ci deve essere una relazione, ma quella patogenesi aggrovigliata è ancora da risolvere.

Ma il pendolo sembra oscillare. Non sono state presentate molte ricerche a questo incontro, ma ci sono state molte discussioni sul movimento nella fase sintomatica per le terapie primarie basate sulla tau. La paralisi sopranucleare progressiva (PSP) è un buon prototipo per le tauopatie primarie. Poiché la PSP è relativamente facile da diagnosticare da un neurologo e anch'essa ha un tasso di progressione frustrante, un segnale dovrebbe essere evidente in un periodo di tempo relativamente breve.

Ci sono programmi in sviluppo per usare la tau come bersaglio nel MA. È ancora nelle fasi iniziali, quindi non ci sono stati molti risultati presentati a questo incontro. Tuttavia, i futuri incontri dell'Accademia li avranno sicuramente.

 

 

Pensi che ci sia qualcosa in cantiere che vedremo l'anno prossimo per i nostri pazienti con MA?

Presto potrebbero esserci dei risultati aggiornati sul composto di Eisai, BAN2401. Non so se avranno i risultati pronti da presentare tra un anno, ma quello sembra ancora funzionare. Questo è probabilmente l'agente amiloide primario ancora in progresso nel MA sintomatico.

 

 

Anche se potessimo trovare un trattamento che fosse efficace in anticipo, abbiamo un modo per diagnosticare i pazienti in anticipo?

Sembra che i biomarcatori siano abbastanza convincenti. È ancora difficile farlo in clinica, perché molte di queste cose non vengono rimborsate - almeno non la scansione PET tau e amiloide. È disponibile, anche se è piuttosto costosa. I biomarcatori del liquido cerebrospinale (CSF) sembrano relativamente poco costosi rispetto alla scansione PET, e piuttosto solidi, con il basso amiloide e l'alta fosfo-tau che sono i biomarcatori solidi per il MA. Nella fase di decadimento cognitivo lieve, quelli sembrano abbastanza buoni.

Nella fase pre-sintomatica, questa valutazione non viene eseguita di routine in clinica. Dovremmo fare il prelievo del CSF o le scansioni PET nella fase pre-sintomatica, e questa mossa molto probabilmente ci sarà se si dimostrerà che una qualsiasi di queste terapie è efficace e sicura nella fase sintomatica.

 

 

Penso che non appena avremo un trattamento efficace, i nostri sforzi saranno indirizzati alla diagnosi precoce; questa sarà una priorità.

Esattamente. Quindi, quando si parla di altre terapie, come le terapie geniche e le terapie antigetiche oligonucleotidiche, e altre terapie innovative che influenzano il funzionamento sinaptico (sinaptogenesi), queste sono ancora nella fase iniziale. Ma sembra che ci sia sempre più interesse tra le aziende più piccole ad andare in quella direzione. Quindi dovremo aspettare e vedere.

 

 

 


Fonte: Andrew N. Wilner MD in Medscape (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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