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Lo stress invecchia il nostro cervello, ma possiamo lenire l'impatto

emotional distress

Stress. Lo sentiamo tutti. Sappiamo che ci influenza, ma sappiamo davvero quanto? Considera questo: sappiamo che lo stress crea tensione nel corpo, influenza l'umore e persino il sonno.


Ciò di cui pochi sono consapevoli è che, sebbene lo stress possa essere importante per la sopravvivenza, quello non necessario e costante, non gestito bene, nel tempo può avere un impatto negativo sul nostro cervello. La ricerca ha persino dimostrato che lo stress cronico accelera realmente l'invecchiamento cerebrale.


Molte professioni, in particolare quelle ad alto rischio come agenti di polizia, vigili del fuoco e primi soccorritori, sperimentano uno stress estremo che spesso porta a tassi più elevati di depressione, rabbia e burnout e possono influire sulle decisioni vita-o-morte prese sul lavoro. Tuttavia, lo stress cronico e il burnout non sono limitati a quelle professioni.


Infatti, i ricercatori dell'Università della California hanno studiato per 18 anni 2.000 lavoratori con pressione sanguigna alta e hanno scoperto che coloro che hanno riferito di avere sia un lavoro stressante che un sonno scadente avevano una probabilità tre volte più alta di morire di malattie cardiache, rispetto a quelli che dormivano bene e non avevano un lavoro stressante.


La realtà è che lo stress può sembrare diverso per ognuno di noi, anche per quelli che non fanno parte delle professioni protettive. Potrebbero essere cattive prestazioni sul lavoro, come ad esempio mancare le scadenze o scattare su a un collega, o una frustrazione estrema con le attività domestiche quotidiane.


Per far fronte a questo stress, molti di noi sviluppano comportamenti dannosi, come mangiare troppo cibo malsano, trascurare la forma fisica, o auto-trattarsi bevendo eccessivamente o usando farmaci.


Quindi cosa accade realmente nel cervello quando lo stress aumenta, diventa cronico ed è totale? Ci sono cambiamenti negativi nelle aree del cervello responsabili della memoria, della regolazione emotiva e del controllo del sistema nervoso autonomo. In particolare, l'ippocampo può ridursi e l'amigdala può diventare iperattiva, facendo dominare il sistema di lotta-o-fuggi, anche quando non è necessario.


Si riducono i neurotrasmettitori del benessere (messaggeri chimici nel cervello) e la capacità di memorizzare e di pensare. La frequenza cardiaca aumenta, la pressione sanguigna può aumentare, il sistema immunitario si può compromettere e la capacità di concentrazione diminuire.


La buona notizia: tutti abbiamo in noi gli strumenti necessari per gestire la risposta fisiologica allo stress. Ora sappiamo anche attraverso la ricerca che il nostro cervello può essere riparato e rinnovato. Proprio come il nostro cuore, abbiamo il potenziale per invertire l'impatto negativo sul cervello.


Al Center for BrainHealth and Brain Performance Institute, siamo la casa di scienziati che sviluppano e forniscono strumenti basati su prove usati per aiutare a mitigare gli effetti negativi dello stress. Numerosi residenti del nord del Texas entrano ogni giorno da noi per prendere parte alle sessioni e agli allenamenti.


In effetti, centinaia di agenti di polizia di Dallas hanno partecipato e continuano a partecipare ai nostri allenamenti di consapevolezza e di variabilità della frequenza cardiaca, che insegnano tecniche per calmare il cervello e migliorare il benessere, la qualità della vita e le prestazioni cognitive.


La respirazione è alla base di tutti i programmi e metodi che insegniamo. Questo include una respirazione lenta, ritmica e profonda per calmare il sistema nervoso; pratiche di consapevolezza radicate nella meditazione formale; e l'allenamento della variabilità della frequenza cardiaca progettato per sincronizzare la mente, il corpo e le emozioni.


Quando pratichiamo questo tipo di cose, stiamo effettivamente allenando il nostro cervello a formare percorsi neuronali più sani e più forti a cui possiamo accedere quando l'inevitabile demone dello stress chiama.


Anche se tutti noi soffriamo di un certo grado di stress, la ricerca ha dimostrato che quando scegliamo i modi per gestirlo che sono sani per il cervello, possiamo migliorare le prestazioni lavorative, la vita domestica, il benessere generale e, cosa più importante, le prestazioni del nostro cervello col tempo.

 

 

 


Fonte: Dianna Jaffin e Jenny Howland in Dallas News (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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