'A memory' di Sheika / Deviantart
Il cervello è una cosa incredibile. Può conservare per anni i fatti, dall'indirizzo della scuola materna ai testi di una canzone che hai ascoltato una volta nel 1997, in perfetta chiarezza, a volte senza senso.
I meccanismi della memoria nel cervello umano sono affascinanti e la scienza sta ancora scoprendo molte cose su come funzionano.
I primi mesi del 2019 sono stati una miniera d'oro per nuove ricerche sulla memoria, con nuove rivelazioni su come funziona, come tutto, dalla lingua che parli alla tua allergia al polline degli alberi, potrebbe influenzarla e come la medicina potrebbe essere in grado di 'riparare' il danno alla memoria causato da malattia o invecchiamento.
Non esiste un'unica 'area di memoria' del cervello; diversi tipi di ricordi sono memorizzati nell'ippocampo, nell'amigdala, nei gangli della base, nella corteccia prefrontale e in altri luoghi, motivo per cui le lesioni cerebrali possono influenzare la memoria in modi vari e talvolta bizzarri.
La scienza sulla memoria sta sbocciando e queste scoperte potrebbero portare a nuovi trattamenti e approcci molto interessanti. È un momento eccitante per interessarsi alla memoria, o dovremmo dire qualcosa di memorabile. Ecco alcune delle più grandi rivelazioni delle prime settimane del 2019.
1. Potremmo riuscire a riparare la perdita di memoria causata dalla depressione
Una delle rivelazioni più eccitanti sulla memoria all'inizio del 2019 proviene da una ricerca pubblicata su Molecular Neuropsychiatry su un tipo particolare di perdita di memoria: quello associato all'invecchiamento o alla depressione grave. Nello studio, gli scienziati hanno scoperto che alcune molecole specifiche, versioni alterate del farmaco sedativo benzodiazepina, potrebbero aiutare la perdita di memoria riparando i danni al sistema neurotrasmettitore del cervello.
Gli scienziati avevano già condotto studi che hanno confermato che la perdita di memoria in depressione è spesso ridotta a danni ai recettori in questo sistema, chiamato sistema GABA. Le nuove molecole di farmaci che hanno sviluppato puntano quei recettori danneggiati e invertono i sintomi della perdita di memoria e, curiosamente, sembrano aiutare a guarire i recettori stessi. Risultato? Migliore qualità della memoria, ora e in futuro.
È uno studio davvero interessante; in futuro alle persone con depressione potrebbe essere dato questo farmaco per affrontare la perdita di memoria, che è uno degli effetti collaterali più noti della depressione grave. C'è ancora molta strada da fare prima che sia approvato come farmaco, ma la ricerca è un buon inizio.
2. Il linguaggio che parliamo influenza come ricordiamo
La memoria, si scopre, non è la stessa in tutto il mondo. Questa è la conclusione di uno studio del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology, che ha studiato un numero enorme di lingue di tutto il mondo. E uno dei modi più potenti in cui la nostra cultura influenza la nostra memoria è attraverso la lingua.
Secondo l'Istituto esistono due gruppi di lingue: "left-branching" e "right-branching" (che si diramano a sinistra o a destra). "Nei tipici linguaggi RB (right-branching, si diramano a destra), come l'italiano, di solito il soggetto della frase viene prima, seguito da una sequenza di modificatori che forniscono informazioni aggiuntive", hanno spiegato in un comunicato stampa.
"Al contrario, nelle lingue LB (left-branching, si diramano a sinistra), come il giapponese, i modificatori generalmente precedono il soggetto". L'inglese è un linguaggio RB; diciamo cose come "l'uomo che era seduto alla fermata dell'autobus", mentre in giapponese la frase è più simile a "chi era seduto alla fermata dell'autobus, l'uomo".
Gli autori hanno scoperto, nella ricerca pubblicata su Nature, che questo influenza il modo in cui le persone ricordano le cose. Le persone che parlavano lingue che si diramano a sinistra possono ricordare le informazioni all'inizio delle attività di memoria molto meglio di quelle che parlano lingue che si diramano a destra. Perché? Perché la loro lingua implica che devono conservare le informazioni dall'inizio di una frase per comprenderle del tutto.
3. Le pro-istamine potrebbero aumentare la memoria a lungo termine
Prendi antistaminici? Potrebbero danneggiare la tua memoria. I ricercatori dell'Università di Tokyo hanno pubblicato nel 2019 alcuni risultati che hanno dimostrato che il trattamento di stimolazione dell'istamina può aumentare temporaneamente la memoria degli eventi verificatisi più di 48 ore prima.
Le persone nello studio hanno visionato un gruppo di immagini, poi le hanno viste di nuovo alcuni giorni dopo e hanno dichiarato se le ricordavano. Una settimana dopo, hanno ricevuto una grande dose di istamina e hanno rifatto il test della memoria. I risultati sono stati misti. Nelle persone che erano andati male nel primo test, l'istamina sembrava aumentare i punteggi; nelle persone che erano andati bene, l'istamina riduceva la precisione. L'istamina ha anche migliorato la memoria a lungo termine dei topi, ma solo per 28 giorni. Si ritiene che l'istamina influenzi il modo in cui si attivano le cellule neuronali, motivo per cui sembrano influenzare la memoria in modi distinti.
4. Ricordare un evento significa ricostruirlo al contrario
Ricordare qualcosa non significa riprodurre lo stesso processo che hai fatto quando l'hai sperimentato, secondo le scoperte pubblicate su Nature Communications all'inizio del 2019. Gli scienziati dietro lo studio hanno guardato il cervello di persone che stavano ricordando oggetti, e hanno trovato qualcosa di interessante: il processo di memoria sembrava andare all'«indietro».
Quando vediamo per la prima volta qualcosa, elaboriamo prima i dettagli e poi guardiamo l'oggetto da una prospettiva più ampia: come si chiama, cosa potrebbe fare e così via. Quando le persone nello studio ricordavano di aver visto un oggetto, al contrario, il loro cervello si fissava prima su questi fatti astratti. Invece di pensare "rosso, a forma di mano, pelle, guanto", pensavano prima a "guanto" e poi a tutti gli altri attributi. Questo, hanno detto gli scienziati in un comunicato stampa, è probabilmente il motivo per cui i nostri ricordi possono "diventare più astratti e tendenti al nocciolo ad ogni recupero". Perdiamo i dettagli a causa del processo invertito della memoria.
5. Essere dondolati mentre si dorme amplifica la memoria
Vuoi una memoria migliore? Prendi un'amaca. Questa è la conclusione di due diversi studi rilasciati all'inizio del 2019 che mostrano che sia i topi che gli umani hanno un migliore consolidamento della memoria se vengono dondolati mentre dormono. Nello studio sugli esseri umani, i soggetti che sono stati dondolati tutta la notte hanno mostrato alterazioni nei loro schemi neurali del sonno che hanno migliorato i ricordi il giorno dopo. I test su topi nell'altro studio hanno scoperto che i benefici del dondolio erano legati al sistema sensoriale che rileva il movimento del corpo.
Questo può sembrare sciocco, ma potrebbe essere un fatto importante per le persone che soffrono di disturbi del sonno e di conseguenza hanno problemi di memoria. Per quanto riguarda il motivo per cui il dondolio potrebbe farci dormienti migliori e più profondi, non è del tutto chiaro; per alcuni di noi, potrebbe essere correlato alla confortante esperienza di essere stati cullati da neonati, ma questo non spiegherebbe perché anche i topi lo apprezzano. Ad ogni modo, se ricordi la tua vacanza con grande chiarezza dopo esserti addormentato su un'amaca sulla spiaggia, non essere sorpreso; il responsabile è probabilmente il dondolio.
La memoria è una cosa affascinante, e sarà emozionante vedere le altre scoperte che il resto del 2019 porterà sicuramente. Per ora, tuttavia, apprezziamo quanto sia fantastica la memoria umana, anche se non ti farà dimenticare la cosa imbarazzante che hai detto a quell'appuntamento galante del 2012.
Fonte: J.R. Thorpe in Bustler (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.
Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.
Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.