Sono appena tornata da una settimana trascorsa con mia madre in Florida. A 92 anni, è lì in una casa di cura, a dieci ore di viaggio da dove vivo in Georgia (un retaggio da quando i miei genitori si sono ritirati in Florida, come molti altri della loro generazione, oltre 25 anni fa), quindi non ce la faccio a vederla così spesso. Ogni volta che la vedo ultimamente, sono colpita dalla veridicità della dichiarazione di Donald Hall, scrittore e poeta statunitense, che ha detto: "la vecchiaia è una cerimonia di perdite".
Mia madre ha perso molto. Quindici anni fa, ha perso l'uso delle gambe per una infezione alla colonna vertebrale a seguito di un'anca rotta. Nel 2013, ha perso il marito di 62 anni per cancro al polmone. E ora sto osservando, impotente, mentre lei perde il suo spirito arguto e il vivo interesse per la vita, a volte anche la sua presa sulla realtà, per le devastazioni graduali della demenza senile.
Ma una cosa che non ha perso è la sua identità di lettrice.
E' successo più volte questa settimana, quando la mettevano sulla sedia a rotelle al mattino, o di nuovo nel letto nel pomeriggio, quando si svegliava da un pisolino imprevisto, o portata indietro dopo il pranzo, che mi chiedesse: "Dov'è il mio libro?". Portava un libro con sé dappertutto, stringendolo come un talismano. Ha una mensola sempre rinnovata di libri tascabili di fronte al suo letto (le case di cura sono difficili per i libri).
Quando per Natale le ho regalato tre nuove copie di alcuni vecchi libri preferiti, è stata contentissima, spiegandomi con orgoglio, come se non lo sapessi da tutta la vita: "Sono sempre stata una lettrice, sai". Lei sfogliava pagine di tutti i tipi di riviste e le piace ancora ricevere il suo quotidiano, commentando (per lo più con disgusto) le notizie in prima pagina ogni giorno della mia visita.
Non sono più tanto sicura di quanto legga effettivamente. A volte sembra aprire a caso qualsiasi libro che ha in mano, legge una pagina qui o là in un ordine particolare, e quando andavo a prendere l'ultimo giornale ogni mattina, spesso trovavo quello del giorno precedente, ancora proprio ben piegato, sotto la sua Bibbia sopra il comodino.
Ma essere una lettrice chiaramente conta ancora per mia madre. Significa che ha ancora qualcosa da dire in una conversazione sullo stato attuale della politica o della scienza o qualunque cosa sia nei titoli di oggi. Significa che sta ancora "tenendo il passo", che è ancora informata, che non ha "l'ha perso" come tante delle persone anziane che vede intorno a sé.
So che questa convinzione è in parte un'illusione, un sintomo della stessa demenza che ripudia, anche se sorprendentemente, la ricerca suggerisce che questo tipo di illusione può essere protettivo man mano che invecchiamo. Le convinzioni più forti del controllo cognitivo sono associate a un concetto di sé più positivo, a un maggiore benessere soggettivo e a migliori prestazioni di memoria negli anziani, indipendentemente dallo stato di salute oggettivo.
Ma anche, dato ciò che sappiamo sull'importanza della lettura per il mantenimento delle abilità intellettuali man mano che invecchiamo, la lettura potrebbe effettivamente aiutare mia madre a ritardare alcune delle devastazioni dell'invecchiamento.
E leggere le dà anche molti altri doni. Anche quando è sola, visto che lo è troppo spesso adesso, attraverso la lettura mia madre può rimanere in compagnia di vecchi amici, autori che ha letto e amato per anni e può trarre conforto dai versi familiari che conosceva a memoria.
Anche se non può più viaggiare, nemmeno dal letto all'altra parte della stanza, mia madre può aprire un libro ed essere in un altro luogo e momento di sua scelta, testimone e partecipante immaginato di innumerevoli emozioni o di avvenimenti misteriosi o romantici. Leggere tiene la porta piccola e condivisa della stanza di mia madre nella casa di riposo, un po' più aperta su un mondo più ampio di bellezza, azione e significato.
Mia madre, la lettrice, mi ha dato tutti questi doni molto tempo fa, leggendomi da bambina, parlando di libri, portandomi in biblioteca e comprandomi libri per compleanni e Natale, gli stessi doni che ritorno a lei adesso. E se, mentre la sua energia si affievolisce e la sua vista si oscura, lei non può più leggere a lungo, sarò io a leggere per lei il giornale, la sua Bibbia, gli altri autori e libri che conosce così bene. Lei può capire solo a tratti, ma sorriderà, perché mia madre è ancora una lettrice.
Fonte: Nancy Flanagan Knapp PhD in Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Referenze:
- Hilgeman, M. M., Allen, R. S., & Carden, K. D. (2017). Identity processes as a predictor of memory beliefs in older adults. Aging & Mental Health, 21(7), 712-719.
- Kaup, A. R., Simonsick, E. M., Harris, T. B., Satterfield, S., Metti, A. L., Ayonayon, H. N., Rubin, S. M., et al. (2013). Older adults with limited literacy are at increased risk for likely dementia. The Journals of Gerontology. Series A, Biological Sciences and Medical Sciences, 69(7), 900-906.
- Zahodne, L. B., Schupf, N., & Brickman, A. M. (2018). Control beliefs are associated with preserved memory function in the face of low hippocampal volume among diverse older adults. Brain Imaging and Behavior, 12(4), 1112-1120.
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