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Un placebo aiuta? Dei sintomi potrebbero dissolvesi anche se sai che una pillola è inattiva.

PlaceboStoreSullo scaffale dei farmaci: 'Placebo' e 'Placebo extra-forte'

Anche se in una pillola non c'è nulla, se non un po' di zucchero, può tagliare dei sintomi. Questo fenomeno, quando il tuo stato fisico cambia semplicemente perché associa qualcosa alla cura e alla buona salute, è chiamato 'effetto placebo'. Tutto può ispirarlo: una preghiera, una cerimonia, un bicchierino o una piccola pillola bianca.


Questo non significa che non avevi una malattia 'reale'. La mente fa parte del corpo e i cambiamenti nello stato mentale influenzano altre parti del tuo corpo e viceversa. Lo svantaggio principale è che l'effetto felice spesso non dura. E in più non funziona in modo coerente.


Finora, i placebo sembrano più efficaci per il dolore, come la sindrome dell'intestino irritabile e l'emicrania, come pure l'insonnia legata allo stress e gli effetti collaterali del cancro come affaticamento e nausea. Possono anche essere più efficaci nelle persone con certi geni.

 

L'efficacia dei placebo sta crescendo

È interessante notare che l'effetto placebo è diventato più forte nel tempo. Quando gli scienziati della McGill University hanno analizzato 84 studi clinici su antidolorifici, hanno scoperto che negli studi più recenti i volontari avevano maggiori probabilità di segnalare sollievo dal placebo, in media circa il 30% di riduzione del dolore.


Poiché questo non era vero al di fuori degli Stati Uniti, i ricercatori hanno cercato le caratteristiche uniche del mercato americano. Una spiccava: gli americani sono esposti alla pubblicità dei farmaci, consentita anche solo in Nuova Zelanda.


C'è anche una tendenza alla crescita di efficacia dei placebo negli studi su antidepressivi e farmaci antipsicotici. La sindrome dell'intestino irritabile (IBS), che può colpire fino al 15% della popolazione USA, è difficile da trattare. Ma quasi il 40% dei pazienti reagisce bene ai placebo.


Questo è vero anche se sanno che stanno prendendo una pillola di zucchero: in una serie di studi, i pazienti che sapevano che stavano prendendo un placebo hanno segnalato il doppio del miglioramento, incluso il sollievo da gonfiore, crampi dolorosi e diarrea, rispetto ai pazienti non trattati del gruppo di controllo.

"Alcuni pazienti sono tornati e hanno chiesto più pillole (false)", hanno osservato gli autori dello studio.


C'è stato un certo successo del placebo nel trattamento della depressione. I medici danno già prescrizioni semplicemente per innescare un effetto placebo, ma senza dirlo ai pazienti: in un sondaggio nel Regno Unito il 77% dei medici ha ammesso di farlo.

 

Placebo in-aperto e genetica

Un nuovo tipo di studio ora usa quelli che sono chiamati placebo in-aperto, in cui i pazienti sanno di ricevere placebo. Una panoramica ha scoperto che i placebo in-aperto erano efficaci nei test relativi al mal di schiena, al disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), alla rinite allergica e alle vampate di calore della menopausa, nonché alla fatica correlata al cancro e all'IBS.


Non tutti ne traggono benefici: l'impatto dei placebo varia da una persona all'altra. Questo può essere un tratto genetico. Uno studio ha scoperto che una particolare variazione genica rende le persone più sensibili al dolore dell'IBS e quelle stesse persone avevano maggiori probabilità di trovare sollievo da un falso trattamento di agopuntura.


All'Università dell'Alabama di Birmingham, i ricercatori hanno esplorato l'impatto dello stesso gene sulla fatica legata al cancro e hanno concluso che ha promosso sollievo in risposta a un placebo in aperto. Il gene fornisce istruzioni alle cellule nervose cerebrali per produrre un particolare enzima.

 

Ricerche future sul funzionamento dei placebo

I neuroscienziati hanno iniziato a guardare in modo più dettagliato a come opera il cervello per produrre risposte positive a un placebo. Medici e pazienti - e, naturalmente, genitori - sanno che quando i malati sentono "questo ti farà sentire meglio" e si fidano di chi lo dice, è più probabile che abbiano una buona risposta, rispetto a quando non sono rassicurati o non credono a ciò che sentono.

 

Placebo e Alzheimer

C'è qualche dibattito sul fatto che i placebo funzionino nelle persone che hanno il morbo di Alzheimer. La malattia compromette la corteccia prefrontale, che è associata al pensiero, al comportamento e alle emozioni e le persone con la condizione potrebbero non essere in grado di sviluppare aspettative quando prendono una pillola.


Tuttavia, l'Alzheimer's Association sostiene che i test di farmaci per questa condizione dovrebbero includere un gruppo placebo, come per tutti i test.

 

 

 


Fonte: Temma Ehrenfeld in Psychology Today (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

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