Con l'età, tutti noi tendiamo a sperimentare un aumento dell'infiammazione di basso grado. Questo processo è chiamato 'inflammaging' (inflamm-aging, infiammazione da età) e si pensa che rappresenti un fattore di rischio significativo per condizioni come malattie cardiache, tumori, diabete, perdita muscolare e disturbi cerebrali come la demenza e la depressione.
Esistono numerosi modi potenziali con cui l'infiammazione può svilupparsi nel corpo, che vanno dall'infezione virale cronica alla scarsa qualità dell'alimentazione. Nelle persone che superano i 100 anni, si è notato che l'infiammazione può essere compensata da processi antinfiammatori. In particolare, si propone che questa capacità di bilanciare i cambiamenti infiammatori man mano che invecchiamo influisca anche sul rischio di morbo di Alzheimer (MA).
Visto che si collega al modo in cui l'infiammazione influisce sul cervello, un'area chiave di messa a fuoco è costituita dalle cellule immunitarie cerebrali chiamate microglia. Le microglia hanno il compito di rispondere a una vasta gamma di minacce in tutto il cervello. L'infiammazione esistente al di fuori del cervello può essere rilevata al suo interno dalle microglia, che quindi amplificano questo segnale, producendo infiammazione cerebrale.
È importante notare che le microglia hanno una serie di ruoli nel cervello e possono produrre molecole pro o antinfiammatorie, a seconda dei segnali che ricevono. Tuttavia, alcuni dati suggeriscono che le microglia nel cervello anziano possono preferenzialmente produrre segnali più pro-infiammatori, portando a effetti dannosi nel cervello.
Con una percentuale maggiore della popolazione che entra nell'età anziana, accompagnata da un rischio più elevato di condizioni di salute legate all'età, l'infiammazione diventa sempre più rilevante. Ciò sembra particolarmente vero osservando l'aumento dei tassi di malattie cerebrali legate all'età, come il MA, che possono avere radici nell'infiammazione.
Dal punto di vista dello stile di vita, cosa puoi fare per aiutare a compensare questo rischio?
1. Evita la dieta americana standard e dà la priorità ai cibi integrali fonti di fibre e ai nutrienti vegetali
Sono state proposte diverse strategie dietetiche per aiutare a smorzare i potenziali effetti dell'infiammazione cronica sul corpo e sul cervello. C'è consenso sul fatto che è opportuno evitare la fornitura costante di calorie ultra elaborate che caratterizza la dieta americana standard (o dieta a schema occidentale).
Al suo posto, alcuni raccomandano la restrizione calorica, sebbene in pratica ciò potrebbe essere difficile da attuare.
Altre ricerche suggeriscono che gli alimenti vegetali ricchi di fitonutrienti (come curcumina, antociani, flavanoli e polifenoli dell'olio di oliva) possono avere effetti benefici sui percorsi infiammatori.
Inoltre, mangiare fibre a sufficienza può aiutare a mitigare alcuni aspetti dell'infiammazione legata all'età. Infine, la dieta mediterranea, che è ricca di fitonutrienti, fibre e grassi sani, è considerata una compensazione potenziale per i percorsi 'inflammaging' (infiammatori).
2. Dai la priorità al movimento quotidiano
L'esercizio fisico è forse l'intervento di potenziamento del cervello più consolidato, con prove precliniche e cliniche che convergono su meccanismi ed esiti cruciali. Migliorando i livelli di molecole che promuovono la neuroplasticità, come il BDNF, aiutando a bilanciare le risposte immunitarie, migliorando la salute metabolica e altro ancora, l'attività fisica può rappresentare un importante strumento interventistico per coloro che cercano di compensare gli effetti dell'infiammazione cerebrale legata all'età.
Un lavoro recente propone che l'esercizio fisico può rappresentare un modo per inibire l'attivazione eccessiva del cervello agendo sulle microglia e, nella ricerca sugli animali, l'esercizio fisico ha impedito l'attivazione legata all'età delle cellule microgliali.
Fonte: Austin Perlmutter MD in Psychology Today (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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