"[...] è necessario esplorare i meccanismi cerebrali attraverso i quali i processi psicologici possono esercitare i loro effetti protettivi o deleteri"
Risultati di un'analisi del profilo latente nelle coorti di 2 studi europei indipendenti: Barcelona Brain Health Initiative (BBHI, 741 partecipanti, età media 53) e il Medit-Ageing (279 partecipanti, età media 71). La figura mostra profili latenti sorprendentemente simili in entrambe le coorti, che identificano una soluzione a 3 classi di rischio psicologico: livelli 1-alti, 2-medi e 3-bassi.
Il rischio modificabile e i fattori protettivi (es.: stili di vita attivi, no alcol, no fumo, tra gli altri) sono visti come agenti cruciali per la prevenzione della demenza e hanno anche un effetto importante sulle traiettorie cognitive degli anziani senza demenza.
In un editoriale pubblicato su Aging, i ricercatori David Bartrés-Faz, Cristina Solé-Padullés e Natalie L. Marchant dell'Università di Barcellona discutono delle ricerche recenti che hanno iniziato a identificare i processi psicologici che conferiscono i rischi e la protezione relativi. Essi scrivono:
“Ad esempio, il pensiero negativo ripetitivo (RNT, repetitive negative thinking), un processo cognitivo definito da pensieri persistenti e rilevanti per sé stessi che elaborano temi negativi, è stato associato a un maggiore onere dei marcatori cerebrali tipici dell'Alzheimer e a un declino cognitivo accelerato nel tempo".
Al contrario, l'auto-riflessione (self-reflection), nonché uno scopo nella vita e altri componenti del benessere psicologico, possono aiutare a mantenere la cognizione e potenziare la resilienza cognitiva contro il carico neuropatologico.
La possibilità di incorporare elementi psicologici come agenti chiave per influenzare uno dei più importanti problemi di salute pubblica del secolo, apre una finestra di grande opportunità terapeutica, in particolare perché i processi psicologici fondamentali sono al centro degli interventi cognitivo-comportamentali che possono aiutare a ridurre il rischio di demenza.
Tuttavia, affinché questa area emergente possa svilupparsi e esercitare il massimo beneficio, è necessario affrontare domande importanti tuttora senza risposta. Nel loro editoriale, i ricercatori evidenziano tre aree principali per la ricerca futura:
"In sintesi, proponiamo che, sulla scia dello slancio, questo sia il momento per la psicologia di dare importanti contributi alla ricerca sull'invecchiamento cognitivo e sulla prevenzione della demenza".
Fonte: University of Barcelona via Aging (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: D Bartrés-Faz, C Solé-Padullés, NL Marchant. Cognitive aging and dementia prevention: the time for psychology? Aging, 27 Feb 2023, DOI
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