Un terzo dei bambini del mondo è interessato dall'avvelenamento da piombo (Fonte: UNICEF)
Uno studio appena pubblicato su PNAS stima che la metà degli americani in vita nel 2015 (170 milioni di cittadini), sono stati esposti a livelli avversi di piombo nella prima infanzia. Livelli elevati di piombo nel sangue (BLL, blood lead levels) superiori a 5 μg/dL (che era la soglia per la preoccupazione clinica al momento dello studio; il CDC l'ha ridotta da allora a 3,5 μg/dL) erano quasi universali nei nati dal 1951 al 1980.
Anche se le percentuali di chi aveva molto BLL sono diminuite nelle generazioni successive, per merito della regolazione federale del piombo nella benzina, nelle vernici e in altri prodotti industriali negli ultimi 50 anni, è devastante la perdita cumulativa di potenziale umano eroso dall'esposizione di massa alla neurotossina nel 20° secolo.
Gli autori dello studio hanno stimato che, per la coorte nata dal 1951 al 1980, si è perso un totale di 824 milioni di punti di IQ, una riduzione media di 2,6 punti a persona. Le perdite erano più profonde per i nati a metà secolo; gli autori stimano che potrebbero aver perso fino a 6 punti di IQ in media.
Esposizione nell'infanzia al piombo e conseguenze
Gli sforzi della sanità pubblica per affrontare l'avvelenamento da piombo si sono concentrati abbastanza appropriatamente sui bambini. L'esposizione al piombo nell'infanzia, che danneggia le cellule, le proteine, il materiale genetico e i sistemi di organo (in particolare il cervello, le ossa e i sistemi cardiovascolari), assegna ai bambini un rischio elevato per numerosi deficit, che includono il deterioramento della cognizione, delle capacità motorie e della regolazione emotiva.
Quelli colpiti hanno un rischio maggiore di criminalità/carcere, risultati scolastici inferiori, aggressività e controllo alterato degli impulsi, abuso di sostanze e altri modelli dell'intera vita che impediscono l'elevazione sociale. I bambini hanno una maggiore vulnerabilità al piombo perché il loro corpo ne assorbe più degli adulti e i tessuti in sviluppo e i sistemi di organo sono meno in grado di sopportare gli effetti pervasivamente tossici del metallo.
Piombo e rischio di Alzheimer nel prisma della riserva cognitiva
Anche se non è stabilito sicuramente un legame chiaro tra l'esposizione al piombo in gioventù e il rischio della sindrome che chiamiamo 'Alzheimer' (in effetti è difficile progettare uno studio su molti decenni), sappiamo che l'esposizione alla neurotossina ha conseguenze a lungo termine per l'integrità strutturale-funzionale del cervello e per la cognizione.
Come scriviamo nel libro American Dementia, è utile pensare alle implicazioni relative alla demenza della crisi di piombo del nostro paese attraverso il prisma della riserva cognitiva, una teoria basata sulla lunga osservazione che la stimolazione intellettuale nell'intera vita (es. attraverso più istruzione) può rendere gli umani più resistenti cognitivamente alle neuropatologie che si accumulano con l'età, e alle relative difficoltà cognitive.
La riserva è costruita su un substrato biologico che non è completamente chiaro, ma probabilmente implica fattori strutturali (dimensioni del cervello o numero di neuroni, sinapsi e cellule di supporto), fattori funzionali (crescente efficienza di funzionalità dei circuiti neurali o reclutamento di altri circuiti neurali compensativi che possono funzionare nonostante il danno diffuso da insulti vascolari, infiammatori e altri, al cervello), e fattori socioculturali (accesso a migliori risorse di nutrizione e apprendimento) che rafforzano la resilienza all'invecchiamento del cervello.
Sappiamo che il piombo è tossico per cellule e sinapsi (specialmente nell'ippocampo, una regione critica per la memoria), possono accorciare i dendriti che collegano i neuroni (compromettendo la comunicazione), è un fattore di rischio importante per le malattie cardiovascolari, ed è dirompente a livello molecolare in modi che abbassano il QI, creano disinibizioni e causano altri modelli comportamentali riducendo i risultati scolastici, limitando la mobilità sociale e aumentando il rischio di carcere.
È quindi logico riassumere che l'esposizione infantile alle neurotossine farebbe, nel punto di esposizione e nel corso del tempo, indebolire il substrato biologico (cioè la riserva cognitiva) che mette al riparo il cervello dal declino cognitivo e dalla demenza mentre invecchiamo.
In altre parole, riducendo il numero di neuroni, sinapsi, cellule di supporto e reti neuronali nel cervello di una persona, alterando la vascolarizzazione e limitando l'accesso nell'intera vita alle risorse del cervello che costruiscono efficacemente, e un po' misteriosamente, la riserva nel tempo, coloro che sono esposti a livelli elevati [di piombo] saranno logicamente meno in grado di resistere alle normali patologie dell'invecchiamento cerebrale.
I cittadini esposti nell'infanzia a molto BLL possono quindi avere una soglia più breve per passare all'Alzheimer rispetto a coloro che hanno vissuto in circostanze più favorevoli alla costruzione della riserva dalla gioventù in poi.
Guardando avanti
Mentre la riduzione del piombo nella benzina rappresenta una grave vittoria della sanità pubblica del 20° secolo (così come un intervento che può avere sia ridotto i tassi di criminalità violenta, sia contribuito ai sorprendenti declini nei tassi di demenza, che abbiamo ora negli Stati Uniti, in Canada e in altri paesi dell'Europa occidentale), ora abbiamo di fronte una crisi di piombo nell'acqua potabile.
Anche se la situazione è particolarmente drammatica a Flint/Michigan, dove il piombo trasportato nelle tubazioni corrose ha avvelenato migliaia di cittadini (sproporzionatamente poveri residenti neri), le indagini hanno trovato livelli di piombo più alti di Flint in migliaia di località, compresa la nostra città natale di Cleveland. Le proiezioni degli autori dello studio dicono che, nel 2030, oltre il 43% della popolazione avrà BLL superiori a 5 μg/dL e il 23% della popolazione oltre 10 μg/dL.
In una società sana, mitigare il piombo dovrebbe essere una priorità politica urgente. Gruppi come l'Alzheimer's Association dovrebbero essere i principali attivisti per l'abbattimento del piombo, e la tassazione ridistributiva dovrebbe finanziare gli sforzi sanitari pubblici per, ad esempio, sostituire le infrastrutture delle tubazioni di tutto il paese che stanno rilasciando piombo nell'acqua potabile degli americani.
Sfortunatamente, viviamo in un momento in cui sembrano possibili pochi movimenti a livello federale, quando le crisi montano senza una risposta robusta o coerente dello stato, e quando investiamo quasi tutte le speranze per la demenza in un proiettile d'argento farmacologico piuttosto che affrontare i determinanti sociali della salute del cervello.
Ma una pillola efficace per l'Alzheimer non sta arrivando dal cantiere farmaceutico, e quelli di noi che si preoccupano della salute cerebrale e della fioritura umana devono tenere il problema del piombo sul radar nazionale, in quanto rappresenta una sfida di sanità pubblica che definirà una generazione.
È un momento di pensare alla salute del cervello e alla 'riserva' a livello sociale (cioè, 'riserva di popolazione'), non solo a livello individuale; abbiamo bisogno di tutti al loro meglio per affrontare le sfide ambientali e sociali che abbiamo davanti.
Fonte: Daniel R. George PhD/MSc, professore associato di scienze umane e sanità pubblica alla Penn State University.
Pubblicato su Psychology Today (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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