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Quando ero bambina, la cosa che preferivo era ascoltare le storie di mia nonna. Durante i pasti, con tutti seduti al tavolo da pranzo, chiedevo alla nonna di raccontarmi i ricordi dalla sua infanzia a Istanbul, in Turchia, dove sono nata e cresciuta. Mia nonna aveva diverse storie da ripetere, ma ce n'era una in particolare che mi piaceva di più, che la vedeva nuotare nel Bosforo, la stretta via d'acqua che collega la costa europea della città al lato asiatico.
Da bambini, mia nonna e i suoi fratelli saltavano nell'acqua dal davanti della loro casa e lasciavano che la corrente li portasse fino a raggiungere la casa dei loro amici, dove uscivano dall'acqua color turchese per raccogliere le more dagli alberi nel giardino dei loro amici.
Questo ricordo bucolico mi ha sempre stupito perché il Bosforo che ho visto era molto diverso. Il mio Bosforo era circondato da edifici in cemento di colore grigio con quasi nessun verde intorno. L'acqua conservava un po' del suo colore ma era troppo sporca anche per immaginare di nuotare. La città caotica, rumorosa e metropolitana che ho vissuto ogni giorno sembrava mondi lontano dalla scena idilliaca che mia nonna descriveva nelle sue storie. Era difficile credere che fosse la stessa città a distanza di cinquanta anni.
Ma quello era circa trent'anni fa. Oggi, il Bosforo sembra ancora più diverso. La scorsa estate, si è coperto di uno spesso strato di muco di mare viscoso e puzzolente chiamato mucillagine, che ha minacciato la vita sottomarina e il sostentamento dei pescatori locali. Anche se episodi di mucillagine c'erano stati prima, non erano mai stati così eccessivi, di vasta portata, dannosi e duraturi.
Sfortunatamente, l'intensificazione di fioriture enormi di alghe non è esclusivo della mia città natale. Temperature crescenti e livelli più elevati di inquinamento dovuti ai cambiamenti climatici hanno portato un'ondata globale di fioritura di alghe negli ultimi decenni, causando un calo significativo dei livelli di ossigeno in centinaia di laghi e fonti d'acqua in tutto il mondo. Queste fioriture non sono dannose solo per gli ecosistemi acquatici e per le economie locali, ma possono anche avere un grave impatto sulla salute umana.
Il cambiamento climatico danneggia la cognizione e la funzione del cervello
Alcune di queste fioriture algali, ad esempio, sono note per produrre neurotossine, che si accumulano nel pesce e in altri frutti di mare e possono causare danni neurologici (come amnesia, epilessia, sintomi parkinsoniani e demenza) negli esseri umani che consumano pesce e acqua contaminati. Queste tossine hanno dimostrato persino di attraversare la placenta e di accumularsi nel fluido amniotico, interrompendo il neuro-sviluppo dei feti.
Allo stesso modo, l'esposizione a lungo termine all'inquinamento atmosferico e alle particelle fini inalabili, chiamate PM 2.5, è stata collegata con forza a un aumento del rischio di demenza e di morbo di Alzheimer (MA). Più di recente, dei ricercatori hanno trovato un'associazione tra onde di calore estreme e peggioramento dei sintomi di disturbi dell'umore o d'ansia, disturbi da uso di sostanze, schizofrenia e rischio di suicidio.
Questi sono solo alcuni dei modi conosciuti con cui il cambiamento climatico può causare danni al nostro cervello. Ma c'è ancora così tanto che non sappiamo, soprattutto perché il nostro cervello è molto adattabile e può mascherare il danno fatto per molti anni. Ad esempio, la maggior parte delle persone con malattie neurodegenerative, come MA e Parkinson, non mostrano sintomi comportamentali o fisici fino a metà della vita o in vecchiaia, pur avendo una storia di esposizione dannosa o traumi fisici che potrebbero avere innescato la loro malattia decenni prima.
Molto spesso, quando i pazienti cercano l'aiuto dei neurologi, più del 50% delle loro cellule nervose non c'è più, e la loro malattia è in una fase irreversibile. Ecco perché è probabile che non vedremo il vero pedaggio della nostra attuale esposizione agli inquinanti, ai metalli pesanti e alle tossine, se non tra diversi anni, quando potrebbe essere troppo tardi.
Abbiamo già di fronte un'epidemia di malattie neurodegenerative. Più di sei milioni di americani da soli hanno il MA oggi. Si prevede che questo numero sarà più che doppio nei prossimi trent'anni. E, dopo decenni di ricerca, non abbiamo ancora una cura o nemmeno dei modi per rallentare veramente queste malattie.
Nei prossimi cinquant'anni più o meno, non vedremo solo milioni di persone con questi disturbi mortali e incurabili, ma con gli effetti del cambiamento climatico, probabilmente li vedremo iniziare in fasi molto più precoci della vita.
Il cervello dei bambini e dei ragazzi è più sensibile
Ciò che è peggio è che il cervello dinamico, in via di sviluppo di bambini e adolescenti, è quello più suscettibile agli effetti avversi dei cambiamenti climatici. Dei ricercatori hanno scoperto un forte legame tra inquinamento atmosferico correlato al traffico e un aumento del rischio di cambiamenti nello sviluppo del cervello, con il risultato di avere quozienti d'intelligenza inferiori, minori capacità di realizzare compiti che richiedono il coordinamento occhio-mano e più disturbi del neuro-sviluppo nei bambini e negli adolescenti.
Allo stesso modo, l'ipertermia causata dall'aumento dell'esposizione al calore ha dimostrato di modificare lo sviluppo del cervello e causare deficit a lungo termine di apprendimento e memoria. Alcuni studi prevedono persino che l'aumento delle temperature dell'acqua causata dal riscaldamento globale potrebbe comportare che il 96% della popolazione mondiale non ha accesso agli acidi grassi omega-3, che sono fondamentali per lo sviluppo di un cervello sano.
Anche se non sappiamo molto del processo, si ritiene che alcuni di questi effetti dannosi vengano trasmessi dai genitori ai figli, anche se quest'ultimi potrebbero non essere mai stati esposti essi stessi agli inquinanti dannosi. Queste sono alcune cose che devono essere seriamente considerate nel valutare il vero impatto dei cambiamenti climatici sulla nostra salute. Potremmo non vedere il vero danno per molti, molti anni, e potremmo non essere gli unici danneggiati.
Non so se nella mia vita riuscirò a nuotare nel Bosforo come mia nonna da bambina. Ma credo che con le nostre azioni contro i cambiamenti climatici di oggi, potremmo lasciare un mondo abbastanza idilliaco ai nostri figli, in modo che un giorno possano condividere storie bucoliche con i loro nipoti.
Fonte: Burcin Ikiz PhD (neuroscienziata e scrittrice) in Psychology Today (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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