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Alzheimer e gli elefanti nella stanza: 5 verità scomode che complicano l'ipotesi amiloide

Neuron mit Amyloid plaques

Sull'approvazione del farmaco aducanumab per il trattamento del morbo di Alzheimer (MA), un post in questo spazio ha discusso il procedimento e la mancanza di prove di efficacia di quel prodotto, insieme alla politica procedurale.


Presento qui una panoramica dell'ipotesi generale che l'amiloide sia una causa di ciò che si chiama MA e le conseguenze che sono state prodotte in aderenza a questa ipotesi. Come psicologi, cittadini e persone che stanno invecchiando, i lettori dovrebbero prendere nota.


C'è una frase ampiamente nota, "c'è un elefante nella stanza", che si riferisce ad un fatto ovvio (solitamente sgradevole): le persone scelgono semplicemente di ignorare. È una specie di pensiero duplice o cecità culturale, che consente agli individui di trascurare una minaccia ovvia ad assunzioni ampiamente diffuse e quindi conservano sia lo status quo che la coscienza pulita. Sfortunatamente, per coloro che desiderano aggrapparsi con una presa mortale al concetto che l'amiloide è la causa del MA, non c'è solo un elefante nella stanza ma un'intera mandria.

 

Problema 1: Il primo elefante è costituito dal fatto che ci sono individui con enormi quantità di amiloide nel cervello che non mostrano i sintomi cognitivi classici del MA. Quelli iscritti all'ipotesi amiloide spiegano questa anomalia dicendo che tali individui hanno 'riserva cognitiva'. Questo approccio confonde il nominare un fenomeno con il capire la sua causa. Come sappiamo che una persona ha una riserva cognitiva? Perché la persona ha amiloide senza sintomi cognitivi. Perché ha amiloide senza sintomi? Perché ha una riserva cognitiva. Tale ragionamento circolare provocherebbe la bocciatura di un dottorando all'esame generale di psicologia. E così, abbiamo persone con amiloide che non mostrano i sintomi del MA.

 

Problema 2: Il secondo elefante è che ci sono già casi in cui un farmaco è stato usato per ridurre la quantità di amiloide nel cervello di persone con MA, senza mostrare corrispondenti miglioramenti nella funzione cognitiva. Ciò si è verificato quando un vaccino per rimuovere l'amiloide è stato testato all'inizio di questo secolo. L'esperimento è stato sospeso a causa di un effetto non intenzionale del farmaco: gonfiore nel cervello che ha portato alla morte di alcuni partecipanti. È importante notare che alcune delle persone sopravvissute al trattamento sono morte in seguito e hanno avuto l'autopsia al loro cervello. I risultati erano interessanti: l'amiloide si era ridotta, ma questi individui non hanno mostrato corrispondenti miglioramenti cognitivi. Per quanto riguarda l'aducanumab, è stato approvato perché la FDA ha considerato che il farmaco avesse dimostrato la capacità di ridurre l'amiloide nel cervello di persone con MA. Da notare che non c'è stata nessuna relazione di un corrispondente miglioramento cognitivo nelle persone trattate con aducanumab. E così, abbiamo farmaci che riducono l'amiloide e tuttavia non producono miglioramenti nella cognizione.

 

Problema 3: Il terzo elefante coinvolge gli 'effetti collaterali' dei farmaci usati per trattare il MA. Come mostrano i dati dello studio sull'aducanumab, il 40% delle persone che prendono il farmaco ha subito gonfiore del cervello ed emorragie con questo trattamento. Il cervello è un sistema biologico complesso e interattivo con cicli di reazione. Il mio supervisore di dottorato una volta mi ha detto: "Non è parsimonioso pensare parsimoniosamente ai fenomeni non parsimoniosi". In altre parole, i problemi complessi non generano rapidamente pensieri dal basso, lineari, semplicistici e riduzionisti. L'amiloide ha molteplici funzioni nel cervello e tentare di eliminarla ha generato esiti indesiderati, compresa la morte, senza benefici evidenti.

 

Problema 4: Il quarto elefante è sociologico. Il sito web dell'Alzheimer's Association ha una pagina che descrive l'aducanumab come capace di permettere alle persone con MA di vivere meglio e di trattenere più a lungo i ricordi, mentre la stessa pagina ha una dichiarazione che non c'è alcuna prova che l'aducanumab possa migliorare la funzione cognitiva. Si noti che l'aducanumab è stato rifiutato come trattamento da importanti associazioni mediche negli USA e ha avuto l'accesso negato ai mercati in Europa e in altri paesi dalle loro versioni della FDA. Cosa vedono queste organizzazioni che la FDA e l'Alzheimer's Association americana non vedono?

 

Problema 5: Il quinto elefante è economico. Il costo dell'aducanumab era fissato inizialmente $ 56.000 per un anno di infusioni, al quale è seguita la riduzione della Biogen a $ 28.000. Quando i Centri Servizi Medicare e Medicaid hanno deciso di non pagare l'aducanumab per tutti, si è sentita una clamorosa protesta che parlava di privare l'accesso dell'aducanumab a gruppi sotto-serviti e svantaggiati. Quando, come società, vedremo collettivamente la demenza come disabilità piuttosto che come malattia e adotteremo un modello di riabilitazione piuttosto che un modello farmaceutico per il suo trattamento, diventeremo più umani ed efficaci.

 

Oltre gli elefanti nella stanza

C'è una mandria di elefanti in questa stanza, e stanno barrendo e urlando. Dobbiamo, come persone preoccupate della salute mentale e della demenza, continuare a comportarci come se fossimo ciechi? Continueremo a lasciare che le forze che ci incoraggiano a ignorare gli elefanti controllino il dibattito nazionale sulla demenza e il suo trattamento? Il CMS fermerà i commenti pubblici sull'accesso all'aducanumab l'11 febbraio 2022. È tempo di commentare, informare, resistere e tenere forte la pressione per creare il cambiamento.

 

 

 


Fonte: Cameron J. Camp PhD, direttore ricerca e sviluppo del Center for Applied Research in Dementia

Pubblicato in Psychology Today (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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