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E' stato trovato in uno studio un gruppo di cellule cerebrali che sono tra le prime a degenerare nell'Alzheimer, e che muteranno in una rara forma di amnesia che blocca i ricordi autobiografici, e possono essere un obiettivo futuro per il trattamento della demenza.

Quattordici delle 16 persone con grave amnesia globale transitoria, un raro tipo di perdita di memoria temporanea, avevano lesioni pronunciate sulle cellule conosciute come neuroni CA1, secondo un rapporto apparso nei Proceedings of the National Academy of Sciences.

Questo suggerisce che i neuroni devono funzionare correttamente per permettere ai ricordi di essere raccolti e catalogati per un uso successivo, ha detto Gunther Deuschl, neurologo dell'Università-Hospital Schleswig-Holstein a Kiel in Germania. La memoria autobiografica permette alle persone di ricordare gli eventi in un contesto storico, contribuendo a creare auto-identità e consapevolezza, hanno scritto i ricercatori. I neuroni studiati si trovano nell'ippocampo del cervello, noto da tempo come una delle prime regioni a subire danni nell'Alzheimer.

"Questo è un giocatore chiave nel deficit dell'Alzheimer", ha detto Deuschl, uno degli autori dello studio, in un'intervista telefonica. "Questo tipo di amnesia imita i problemi cognitivi che i malati di Alzheimer hanno molto presto nella malattia, ma su una scala temporale diversa". La causa sottostante dell'amnesia acuta globale transitoria è sconosciuta. I pazienti con la malattia mostrano incapacità di formare nuovi ricordi o di ricordare il recente passato, anche se sono ancora in grado di riconoscere e nominare oggetti familiari. L'incanto non dura più di 24 ore prima che la memoria torni a poco a poco, secondo il sito web della Mayo Clinic.

Per ottenere la scoperta, i ricercatori hanno scansionato i pazienti con la risonanza magnetica durante un periodo di perdita di memoria autobiografica, utilizzando un questionario che ha chiesto loro di ricordare gli eventi che si sono verificati in tempi diversi della loro vita.

 

 

 


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Scritto da Elizabeth Lopatto in BusinessWeek.com il 10 ottobre 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

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