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Problemi lievi di memoria e pensiero: cosa funziona, cosa no?

Una nuova guida, basata sulla revisione completa degli studi recenti, può aiutare medici e pazienti ad affrontare il deterioramento cognitivo lieve.

Problemi lievi di memoria e pensiero: cosa funziona, cosa no?
Per un americano over-65 su cinque, l'invecchiamento porta problemi alla memoria e al pensiero, accompagnati dall'imbarazzo di non essere così «acuti» come prima, e dalla preoccupazione che si sarà anche molto peggio.


Potrebbero anche chiamarli semplicemente «invecchiare», ma ufficialmente, quando la memoria o problemi cognitivi non interferiscono in modo significativo con la vita quotidiana, i medici parlano di decadimento cognitivo lieve (MCI-Mild Cognititve Impairment).


Cosa si può fare per prevenire o rallentare l'MCI? E quanto dovrebbero temere gli anziani che i loro problemi di pensiero o di memoria peggioreranno? Una coppia di medici della University of Michigan e del VA Ann Arbor Healthcare System ha messo insieme un quadro definitivo delle prove, sulla base di una profonda revisione di recenti studi sull'MCI.


La loro revisione, pubblicata nel numero di questa settimana del Journal of American Medical Association, dovrebbe aiutare i medici, e gli anziani che essi curano.


"L'MCI è duro sia per i medici che per i pazienti e le loro famiglie, perché è una prospettiva spaventosa - e perché c'è ancora molto che non sappiamo su questa condizione", dice Kenneth Langa, MD, PhD, che ha scritto l'articolo con la collega dell'UM e del VA Deborah Levine, MD, MPH. "Non abbiamo ancora grandi risposte da dare a pazienti e famiglie, ma la letteratura medica mostra che ci sono certamente dei fattori che possono influenzare il rischio, la gravità e la progressione dell'MCI. Ci auguriamo che questa revisione possa diffondere la consapevolezza di ciò, e aiutare a guidare la cura del paziente".


"Anche se non ci sono farmaci che hanno dimostrato di trattare l'MCI con successo", dice la Levine, "è comunque una condizione curabile. La nostra analisi mostra buone evidenze che l'esercizio aerobico, l'attività mentale, l'impegno sociale, e la prevenzione dell'ictus possono contribuire a ridurre il rischio di un ulteriore declino cognitivo". Lei osserva che la revisione della letteratura medica che hanno condotto ha prestato molta attenzione alla qualità delle prove di ciascuno studio.


Questi i risultati principali della loro revisione, e il loro significato per gli anziani:

  • Parlare al proprio medico dei problemi di memoria e di pensiero: La nuova ricerca offre ai medici una guida passo-passo per sapere cosa fare quando un paziente o il suo caregiver cita delle preoccupazioni su problemi di memoria e di pensiero. I test di laboratorio specifici per cose come la carenza di vitamine, i test cognitivi standard e un esame fisico e neurologico completo possono rivelare indizi importanti sui fattori che potrebbero causare i sintomi.
  • Mantenere attivi corpo e cervello: Una serie di studi hanno indicato che l'esercizio aerobico e le attività mentali possono avere un piccolo effetto benefico sulla capacità di pensare degli anziani con MCI.
  • Tenere a bada gli ictus per aiutare il cervello: Poichè gli ictus sono lesioni cerebrali causati da coaguli o fori nei vasi sanguigni che mantengono sano il tessuto cerebrale, ha senso che impedire un ictus possa preservare la memoria e la capacità di pensare. Le persone che hanno avuto un mini-ictus, o sono sopravvissuti ad un ictus pieno, dovrebbero concentrarsi soprattutto sulla prevenzione di nuovi ictus per mantenere la loro funzione cerebrale più intatta possibile invecchiando: questo il consiglio di Langa e della Levine, basato sulle informazioni della revisione. Così dovrebbero fare le persone con diagnosi di MCI. Un ictus può peggiorare la cognizione e aumentare il rischio di progredire alla demenza. Le strategie di prevenzione degli ictus comprendono il controllo della pressione alta, smettere di fumare, ridurre il colesterolo con statine e assumere aspirina o altri farmaci per prevenire la formazione di coaguli di sangue.
  • Farmaci multipli possono annebbiare il cervello: Molti anziani hanno ricette per un certo numero di farmaci, e in più prendono quelli da banco e integratori, per affrontare vari rischi e condizioni di salute. Questi potrebbero essere stati prescritti da medici diversi, che non sempre sanno o chiedono cosa sta già prendendo il paziente. Ma, dicono Langa e Levine, gli studi dimostrano che più farmaci possono interagire tra loro e influenzare la memoria e il pensiero. I medici e gli anziani devono rivedere tutti i farmaci e gli integratori e capire se eventuali interazioni possono essere evitate riducendo il numero di farmaci che il paziente assume, o interrompere i farmaci che non sono necessari dopo una degenza ospedaliera.
  • Evitare di sovra-trattare la pressione alta e il diabete: Anche se è importante controllare la pressione arteriosa e il diabete per evitare conseguenze dannose, i medici devono fare attenzione a non esagerare. "E' importante evitare il sovra-trattamento di pressione alta e diabete, perchè bassa pressione e poco zucchero nel sangue possono aumentare il rischio di declino cognitivo e altri danni ai pazienti", dice Langa.
  • Quali sono le probabilità?: Questa è la domanda chiave nella mente di chiunque ha un MCI sospetto o diagnosticato; quale probabilità hanno di peggiorare e di progredire alla demenza e non essere in grado di funzionare in modo indipendente. E' rassicurante, dice la Levine, che i dati disponibili mostrano che la progressione dall'MCI è tutt'altro che una cosa sicura.
    "I numeri sono meno spaventosi di quanto molti credono", osserva. "La maggior parte delle persone con MCI non progredirà alla demenza e alla perdita di indipendenza, nemmeno dopo 10 anni. Alcuni pazienti con MCI hanno in realtà migliorato la conoscenza dopo un anno o due, se i loro punteggi dei test cognitivi eraono stati peggiorati da una malattia acuta che è stata affrontata". Gli anziani con MCI hanno 12 volte più probabilità di morire per malattie cardiovascolari che di demenza. Quindi, prevenire l'ictus e l'infarto, controllando i fattori di rischio vascolare, è fondamentale per le persone con diagnosi di MCI.
  • Sono necessari altri elementi per una serie di nuove opzioni di rilevazione / trattamento: La revisione della letteratura ha mostrato che sono state proposte una serie di nuovi esami del sangue e opzioni di scansioni cerebrali, testate in via preliminare per diagnosticare l'MCI, e per monitorare o prevedere la sua progressione verso la demenza. Ma molti di questi test non si sono ancora dimostrati idonei a dare benefici significativi per i pazienti, dice Langa. Ed infatti, ci può essere qualche rischio di «sovra-diagnosi» quando un test identifica un problema che non dovrebbe peggiorare al punto da causare problemi notevoli al paziente.


Alla fine, dice, l'MCI può essere una questione complicata, e ciò può diventare ancora più spaventoso per i pazienti e le loro famiglie. Sono necessarie ulteriori ricerche sui fattori che danno ad una persona un rischio più alto di MCI, sulle nuove opzioni di trattamento, e per migliorare la ricerca su qual è il rischio di progressione verso la demenza. Ma fino a quando non ci saranno quete nuove scoperte, questa nuova revisione dovrebbe aiutare i medici e i pazienti.

 

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Sia Langa che la Levine sono membri di facoltà nella Divisione di Medicina Generale dell'UM, e membri dell'Istituto per la Politica e l'Innovazione Sanitaria. Langa ha incarichi anche all'Istituto per la Ricerca Sociale e alla School of Public Health della UM. La Levine ha un incarico congiunto nel Dipartimento di Neurologia della UM. La revisione è stata finanziata dalla Fondazione SCAN.

 

 

 

 

 


FonteUniversity of Michigan  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Kenneth M. Langa, Deborah A. Levine. The Diagnosis and Management of Mild Cognitive Impairment. JAMA, 2014; 312 (23): 2551 DOI: 10.1001/jama.2014.13806

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