Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Memoria a lungo termine immagazzinata nella corteccia

I ricordi (rosso) che associano (o legano) due sensazioni diverse si formano nella corteccia. (Credit: MPI f. Medical Reserach/Splettstoesser)'Dove' e 'come' sono codificati i ricordi in un sistema nervoso è una delle domande più difficili nel campo della ricerca biologica. La formazione e il richiamo della memoria associativa è essenziale per una vita indipendente.


L'ippocampo è stato a lungo considerato il centro nel cervello per lo stoccaggio a lungo termine delle associazioni spaziali.


Ora, Mazahir T. Hasan dell'Istituto Max Planck per la Ricerca Medica e Maria José Delgado-García dell'Università Pablo de Olavide di Siviglia in Spagna, sono riusciti a fornire la prima evidenza sperimentale che una forma specifica di associazioni di memoria è codificata nella corteccia cerebrale e non è localizzata nell'ippocampo come scritto in molti libri di testo di neuroscienza.


Il nuovo studio è un punto di svolta, poiché suggerisce con forza che sono gli stessi circuiti motori corticali ad essere usati come archivio della memoria, e non l'ippocampo.


Henry Molaison, conosciuto da tutti come H.M., è un nome famoso nel campo della ricerca della memoria. Ampie parti dell'ippocampo (l'area del cervello importante nei processi di apprendimento e memoria) di questo americano sono state rimosse nel 1950, nel tentativo di curare i suoi attacchi epilettici. In seguito egli ha avuto gravi vuoti di memoria e non era più in grado di ricordare praticamente nulla delle ultime cose imparate. Molti scienziati hanno quindi concluso che l'ippocampo è la sede della memoria a lungo termine.


Tuttavia, l'entità del danno al cervello di H.M. era ovviamente sottovalutata, perché anche altre aree, oltre all'ippocampo, sono state rimosse o danneggiate nella procedura chirurgica. I ricercatori di Heidelberg e Siviglia hanno quindi studiato il comportamento apprenditivo di topi geneticamente modificati, ai quali erano stati disattivati i recettori NMDA soltanto nella corteccia cerebrale motoria. I recettori NMDA legano il neurotrasmettitore glutammato alle sinapsi e diventano attivi quando diversi segnali alimentano contemporaneamente una sinapsi. Essi sono gli elementi centrali molecolari dei processi di apprendimento, essendo coinvolti nell'aumento o nella diminuzione della trasmissione dei segnali alle sinapsi.


Come dimostra il nuovo studio, nella corteccia motoria questa cosiddetta plasticità sinaptica non funziona più senza i recettori NMDA. Gli scienziati hanno potuto in tal modo escludere l'ippocampo o altre regioni come causa delle loro osservazioni. Sulla base dei nuovi risultati, è la corteccia cerebrale, non l'ippocampo, il magazzino di alcune forme di memoria.


Nei test comportamentali (i cosidetti condizionamenti in un batter d'occhio) gli animali con e senza recettori NMDA nella corteccia motoria primaria hanno dovuto imparare a collegare un tono con un successivo stimolo elettrico nella palpebra. Questa associazione tra due stimoli sensoriali coinvolge il cervelletto che coordina i movimenti necessari, così come l'ippocampo e la corteccia cerebrale, che sono importanti centri di apprendimento e memoria. "Dopo una fase di apprendimento, il riflesso degli animali è chiudere gli occhi quando sentono solo il tono. I topi geneticamente modificati a cui mancavano i recettori NMDA nella corteccia motoria cerebrale primaria, al contrario, non riescono a ricordare il legame tra il tono e lo stimolo elettrico, e quindi tengono gli occhi aperti, nonostante il tono", spiega Mazahir T. Hasan del Max Planck Institute for Medical Research.


I ricercatori hanno così completato i risultati dei loro colleghi di Heidelberg che avevano affermato che l'ippocampo non è la sede della memoria.

Nel luglio 2012, Rolf Sprengel e Peter Seeburg dal Max Planck Institute hanno scoperto che i topi senza recettori NMDA nell'ippocampo sono ancora perfettamente in grado di imparare. "Ora pensiamo che l'ippocampo fornisca gli stimoli ambientali necessari, che sono trasmessi alla corteccia, dove avvengono le associazioni dipendenti dall'apprendimento. I ricordi sono quindi memorizzati in diverse zone della corteccia cerebrale su una base di lungo termine", spiega Hasan.


I risultati di Hasan e Delgado-Garcìa rappresentano quindi un cambio di paradigma nella ricerca della memoria, in quanto rendono chiaro che la corteccia cerebrale è la regione del cervello dove sono collegate e memorizzate le associazioni di memoria - non l'ippocampo.


Una conoscenza avanzata e dettagliata dei meccanismi di acquisizione, consolidamento, e richiamo delle associazioni nel cervello è il presupposto per un trattamento terapeutico degli effetti devastanti della perdita di memoria in varie malattie neurologiche, come l'amnesia, l'Alzheimer e la demenza.

 

 

 

 

 


Fonte: Max-Planck-Gesellschaft.

Riferimento: Mazahir T. Hasan, Samuel Hernández-González, Godwin Dogbevia, Mario Treviño, Ilaria Bertocchi, Agnès Gruart, José M. Delgado-García. Role of motor cortex NMDA receptors in learning-dependent synaptic plasticity of behaving mice. Nature Communications, 2013; 4 DOI:10.1038/ncomms3258

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee g...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.